Lecco: Emergency porta l’arte di Shamsia Hassani in mostra alla biblioteca civica
“Questa mostra racconta il grido delle donne oppresse”. Ad Adriano Crisafi, volontario del gruppo di Emergency Lecco – Merate, bastano poche parole per descrivere la mostra di Shamsia Hassani. Bastano poche parole perché la potenza delle opere della street artisti afgana non ha bisogno di introduzioni.
Paola Ciccioli
“In un’intervista al Los Angeles Times del 2016 Shamsia Hassani raccontava le condizioni in cui realizzava le sue opere per le strade di Kabul. Quando usciva dal suo studio e iniziava a dipingere, cercava di fare in fretta per paura di subire aggressioni da parte degli uomini. Spesso capitava che la parete su cui stava dipingendo venisse distrutta prima che il suo lavoro fosse finito” ha spiegato la giornalista Paola Ciccioli. “Nei suoi graffiti l’artista raffigura delle donne che volano. Esattamente l’opposto dell’oppressione a cui è costretta, un’oppressione così forte da toglierle anche la libertà creativa. Hassani definisce gli afgani come dei corpi senza nazione, costantemente in fuga”.
Allestita nelle prime due sale dopo l’ingresso della biblioteca, la mostra è organizzata nelle seguenti aree tematiche: al lavoro, tra la gente, non posso respirare, soldi, sogni, incubi. “In molti murales compaiono dei grandi strumenti musicali. Questi personaggi vogliono comunicare il loro sentimento e solo attraverso la musica e l’arte è possibile arrivare a tutti” ha sottolineato Ciccioli. In effetti, alcune delle immagini esposte arrivavano dritte al cuore. “Sapere che ci sono paesi del mondo dove le donne non sono considerate esseri umani è qualcosa che dovrebbe farci discutere e riflettere ogni giorno. Oggi, le condizioni economiche del paese spingono le donne ad abbracciare sempre di più la pratica dei matrimoni forzati. Le madri accettano di “vendere le proprie figlie per garantire sopravvivenza sia alle bambine sia a loro stesse” ha chiosato la giornalista. Adriano Crisafi
Giorgio Maioli
A.Bes.