Calcio Lecco, altra doccia gelata: il CONI accoglie il ricorso del Perugia, si va al TAR

Come un fulmine a ciel sereno, una nuova notizia shock si è abbattuta questa sera sulla Calcio Lecco 1912 (attualmente in ritiro a Saint-Vincent). Il CONI - l'organo che a rigor di logica dovrebbe tutelare il merito sportivo - ha infatti accolto il ricorso del Perugia contro la società bluceleste (CLICCA QUI), la cui partecipazione alla prossima Serie B è dunque nuovamente in bilico. Ad oggi il club del patron Paolo Leonardo Di Nunno, che lo scorso 7 luglio era passato indenne dal giudizio del Consiglio Federale, che aveva votato all'unanimità per la sua ammissione dopo il ricorso seguito al verdetto della Commissione Infrastrutture, paga per la famosa "perentorietà dei termini" dovuta alla presentazione della documentazione relativa allo stadio Euganeo di Padova, giunta in Lega in ritardo di qualche ora.
Comprensibilmente sconvolto il patron, intercettato da TeleLombardia nell'immediatezza della diffusione della notizia, che ha gettato nuovamente la Serie B nel caos (solo mercoledì scorso, lo ricordiamo, era stato reso noto il calendario del campionato cadetto, con una X solo per la Reggina che questa sera il CONI ha confermato di escludere).
"Non so cosa dire, probabilmente qualcuno non vuole che io entro, do fastidio" ha commentato a caldo il patron. "Adesso c'è il TAR, ma fino al 2 agosto non sapremo niente... Dobbiamo aspettare". Interpellato poi anche il noto avvocato specializzato in diritto sportivo Paco D'Onofrio, uno di quelli che si diceva fosse stato preso in considerazione dal Lecco stesso per stendere il primo ricorso, poi firmato dai legali Domenico Zinnari e Salvatora De Lorenzis, vicini al Lecce.
"Dal punto di vista processuale questa era un'eventualità possibile, ma qui sorprende perchè le motivazioni del comunicato della FIGC sembravano molto serie, solide. Bisognerà capire meglio le logiche che hanno portato a questa decisione. Adesso passa tutto alla giustizia amministrativa", le parole di D'Onofrio, nel difficile tentativo di fare chiarezza su quello che sembra davvero un caso spinoso. Il legale ha poi citato un precedente: "Nel 2013 si fece lo stesso ragionamento con il Catania, puntando anche sul fatto che nel frattempo la società aveva maturato un "diritto all'aspettativa": la campagna acquisti, il business plan, tutta una serie di strategie elaborate sulla base di un presupposto consolidato. In quel caso la giustizia amministrativa sollecitò quella sportiva a riprendere in considerazione questa circostanza, e il Catania poi venne riammesso, con un campionato a 21 squadre".
Si attendono ora le motivazioni ufficiali alla base del provvedimento, che dovrebbero arrivare giovedì 20 luglio. Con tutta probabilità poi, come detto, la palla passerà al TAR il 2 agosto, mentre l'ultimo possibile step per sperare nell'ammissione sarebbe quello del Consiglio di Stato, il 29 agosto. Ci sarà ancora da sudare, quindi. Ma intanto la società - aspetto da non sottovalutare - sta investendo per i lavori di adeguamento dello stadio Rigamonti-Ceppi e per il mercato, motivo per cui questo ulteriore "stop", comunque andrà a finire la vicenda, non farà di certo bene.
B.P.
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