Colico: a giudizio per maltrattamenti, viene assolto
È stato assolto dall'accusa di maltrattamenti nei confronti della madre e del fratello, mentre per le presunte lesioni contestategli il giudice ha emesso sentenza di non doversi procedere per remissione di querela. Può quindi tirare un sospiro di sollievo l'uomo residente a Colico, sottoposto per questa causa all'obbligo di dimora in altra regione (misura, peraltro, revocata in fase di assoluzione dal giudice Giulia Barazzetta).
Il vpo Mattia Mascaro aveva chiesto la condanna a 2 anni e un mese di reclusione per i fatti in capo d'imputazione, avvenuti secondo la denuncia dei famigliari dell'uomo tra il 2017 e il 2022.
Il difensore si è invece espresso per l'assoluzione del proprio assistito, paragonando le vicende famigliari oggetto del giudizio a quelle ritratte nella canzone “Una storia sbagliata” di Fabrizio de Andrè.
Già in fase di istruttoria dibattimentale il colichese aveva descritto la propria difficile infanzia tra il padre violento che picchiava la madre e la dipendenza di quest'ultima. “Siamo tutti e tre dipendenti” aveva dichiarato in aula. “Io e mio fratello tossicodipendenti e mia madre da alcol”. Le dinamiche poi sarebbero peggiorate a suo sfavore con la morte del padre, mentre tra la madre e il fratello minore il legame si sarebbe rafforzato: “Io ero quello che si occupava della casa e loro due mi vedevano come quello che rompeva le palle. Lei manda il figlio a comprare gli alcolici, lui con i soldi che lei gli dà si va a comprare la roba”.
Un'alleanza consolidatasi anche grazie ai lunghi periodi in cui l'odierno imputato era assente da casa per lavoro; secondo una sua stima, infatti, tra il 2017 e il 2022, in totale avrebbe trascorso a casa poco più di un mese.
L'uomo nel corso del proprio esame aveva negato poi di aver malmenato la madre e di essere stato, anzi, vittima delle percosse del fratello.
Dopo una breve camera di consiglio la sentenza, che ha accolto le richieste della difesa.
Il vpo Mattia Mascaro aveva chiesto la condanna a 2 anni e un mese di reclusione per i fatti in capo d'imputazione, avvenuti secondo la denuncia dei famigliari dell'uomo tra il 2017 e il 2022.
Il difensore si è invece espresso per l'assoluzione del proprio assistito, paragonando le vicende famigliari oggetto del giudizio a quelle ritratte nella canzone “Una storia sbagliata” di Fabrizio de Andrè.
Già in fase di istruttoria dibattimentale il colichese aveva descritto la propria difficile infanzia tra il padre violento che picchiava la madre e la dipendenza di quest'ultima. “Siamo tutti e tre dipendenti” aveva dichiarato in aula. “Io e mio fratello tossicodipendenti e mia madre da alcol”. Le dinamiche poi sarebbero peggiorate a suo sfavore con la morte del padre, mentre tra la madre e il fratello minore il legame si sarebbe rafforzato: “Io ero quello che si occupava della casa e loro due mi vedevano come quello che rompeva le palle. Lei manda il figlio a comprare gli alcolici, lui con i soldi che lei gli dà si va a comprare la roba”.
Un'alleanza consolidatasi anche grazie ai lunghi periodi in cui l'odierno imputato era assente da casa per lavoro; secondo una sua stima, infatti, tra il 2017 e il 2022, in totale avrebbe trascorso a casa poco più di un mese.
L'uomo nel corso del proprio esame aveva negato poi di aver malmenato la madre e di essere stato, anzi, vittima delle percosse del fratello.
Dopo una breve camera di consiglio la sentenza, che ha accolto le richieste della difesa.
F.F.