Lecco, nuova strada per Campo de' Boi: lavori fermi e contenzioso irrisolto. 'Il tracciato è difforme al progetto autorizzato, intervenga il Comune'

Il Comune intervenga e ordini il ripristino dei boschi laddove non fosse stato rispettato il progetto per la nuova strada di collegamento con Campo de’ Boi. La richiesta arriva dall’avvocato Paolo Faini che assiste i fratelli Martina e Nicola Manzoni, proprietari di terreni in alcuni punti tagliati dalla strada come non sarebbe dovuto avvenire, considerato che il tracciato previsto dal progetto quei terreni li lambiva soltanto. Ma la richiesta di ripristino – aggiunge Faini – non deve essere vista come parte di un semplice contenzioso tra privati: «Perché se c’è una difformità dei lavori rispetto al progetto il problema non è dei privati bensì del Comune. Ed è il Comune che deve intervenire».

La “questione” della nuova strada per Campo de’ Boi è aperta ormai da tempo. Se ne era parlato più volte in passato finché nel 2017 l’idea ha cominciato a prendere concretezza ed è diventata un progetto vero e proprio, coinvolgendo un consorzio appositamente costituito, denominato “Amici di Campo de’ Boi”. Vi aderisce una quarantina di proprietari di baite e terreni della località alle falde del Magnodeno, tra le più tradizionalmente frequentate dai lecchesi per le passeggiate brevi nella natura. Al consorzio, peraltro, si aggiunge anche l’Unicalce, l’azienda estrattiva proprietaria del complesso dell’ex collegio “La Madonnina” costruito nel 1921 e che tra i suoi promotori vide anche monsignor Giuseppe Polvara, il sacerdote lecchese che nello stesso anno fondò la scuola Beato Angelico di Milano per la preparazione di restauratori.
Per raggiungere Campo de’ Boi c’è già una strada percorribile da mezzi fuoristrada, anch’essa privata e che fa riferimento proprio alla famiglia Manzoni e quindi soggetta a restrizioni per il transito. Sarebbero stati i contrasti sull’utilizzo di questa strada ad aver fatto propendere per un tracciato alternativo. Una circostanza negata però da Giancarlo Manzoni, residente a Campo de’ Boi dal 1997 e zio di Martina e Nicola: «Non è vero che proibivamo agli altri l’uso della strada. Se hanno deciso di realizzare il nuovo collegamento è per altri motivi. Anzi, avremmo solo interesse ad avere una strada regolamentata».
Il progetto del nuovo collegamento prevede anche in questo caso una strada agro-silvo-pastorale e quindi a uso esclusivo degli aventi diritto: partendo da Falghera e passando per il Ponte della Tenaglia raggiunge proprio la Madonnina. Attualmente è stata realizzata per poco meno di 800 metri sui complessivi 900 previsti, mancando ancora i tronchi iniziale e finale.
All’annuncio del progetto, nel decennio scorso, ci fu chi arricciò il naso, ma si trattò di prese di posizioni isolate. Rispetto ad altri interventi delicati dal punto di vista ambientale, non si assistette a iniziative clamorose. La realizzazione del collegamento, richiesta dagli “Amici” nell’agosto 2020, è stata quindi autorizzata nel 2021 e i lavori commissionati a una impresa di Calolzio: tempo stabilito per la conclusione tre anni.

Lo scorso autunno, però, le ruspe si sono fermate. Proprio i Manzoni hanno infatti presentato un esposto al Corpo Forestale, «a propria tutela – spiega l’avvocato Faini – visto che nei terreni di loro proprietà sono stati tagliati degli alberi e i miei assistiti temevano conseguenze di carattere amministrativo o penale».
L’esposto è stato poi trasmesso dal Corpo forestale alla magistratura perché valutasse eventuali provvedimenti.
Da parte loro, i Manzoni hanno chiesto l’intervento del Comune. La contestazione mossa è che, appunto, la pista realizzata fino a ora non abbia seguito la traccia prevista dal progetto. Come sarebbe confermato dalla documentazione allegata all’esposto. 

I tecnici comunali – dicono i Manzoni – hanno effettuato anche alcuni sopralluoghi già a fine agosto 2022. Intanto, l’impresa ha provveduto a effettuare qualche riparazione sui terreni danneggiati. E in autunno il cantiere si è fermato. Nei mesi scorsi si è anche passati attraverso una mediazione civile protrattasi a lungo e conclusasi con un niente di fatto. Già prima dell’avvio, peraltro, lo stesso sindaco Mauro Gattinoni aveva cercato di mediare tra le parti.
«Il problema – rileva però l’avvocato Faini – è che si continua a considerare la vicenda come un semplice contenzioso tra privati. E che quindi la soluzione passi soltanto attraverso un accordo tra le parti. Così non è. Qui si lamenta una difformità dei lavori rispetto al progetto approvato. Siamo anche di fronte a una situazione che non è nemmeno sanabile. Sarebbe necessario ordinare il ripristino della situazione preesistente. Il Comune cosa intende fare?»

Lo spazio è a disposizione per chiarimenti o puntualizzazioni
D.C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.