Vendrogno: la mostra 'Custodire e Tramandare Saperi' per il 15° compleanno del MUU

In occasione della sua quindicesima festa di compleanno, il Museo del latte e della storia e della Muggiasca di Vendrogno ha inaugurato sabato pomeriggio la mostra “Custodire e Tramandare Saperi”, prodotta dall’Archivio di Etnografia e Storia Sociale – Direzione Generale Cultura – Regione Lombardia, nell’ambito del progetto Interreg V-A Italia Svizzera “Living ICH”. Il progetto – presentato per la prima volta a Tirano nel settembre 2022 – consiste in una narrazione a più voci realizzata attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea e volta ad indagare il valore e l’importanza dei beni immateriali, con particolare riferimento alle filiere della castagna e dei cereali antichi (segale e grano saraceno), che in Muggiasca hanno storicamente rivestito un’importanza fondamentale.

“Si tratta una delle prime mostre ospitate dal MUU che “esce” dal nostro territorio; anche se il riferimento a queste zone rimane chiaro e forte, in quanto l’esposizione riguarda prodotti, elementi naturali e pratiche che si ritrovano anche nella Muggiasca” ha spiegato una volontaria del museo, la quale ha definito Custodire e tramandare saperi “un vero e proprio ascolto del territorio, con immagini e parole, che permette di tornare indietro nel tempo, alle origini”.

Matteo Balduzzi

Matteo Balduzzi - curatore della mostra, nonché collaboratore di lunga data con il MUU - si è dichiarato “emozionato, perché al quindicesimo compleanno ci sono ancora moltissima energia e tante persone per quest’occasione speciale”, passando poi a fornire qualche dettaglio su Custodire e tramandare saperi: “si tratto di un progetto fortemente radicato sui territori, nato da un incontro e da uno scambio con le comunità – un progetto fatto insieme alle comunità”. Obiettivo quello di “recuperare e far rinascere prodotti, elementi naturali e attività; e questo grazie al potere dell’arte e della bellezza”. Oltre alla realizzazione di una lunga serie di interviste – che ha permesso di produrre la Mappa dei bisogni delle comunità – la mostra comprende tre lavori, frutto del talento di altrettanti artisti molto giovani (tra i trenta e i trentacinque anni). Le opere sono state realizzate nella media Valtellina e in Val Poschiavo e utilizzano tre modalità differenti ma complementari - fotografia, video, installazione - per mettere in evidenza i tre elementi fondamentali che definiscono i saperi tradizionali e che ne rendono possibile la conservazione: le persone, le parole e le cose.

Galleria fotografica (34 immagini)


Sulle prime si è concentrato Mattia Marzorati – fotografo – il quale ha realizzato una serie di stampe ink-jet su carta, consistenti in ritratti di “detentori dei saperi e operatori impegnati nella loro trasmissione”, presi nell’ambiente naturale. “Questo progetto mi ha fatto riflettere sul valore del lavoro quotidiano di queste persone. Sono pratiche che hanno una grande importanza culturale e al tempo stesso sono fondamentali per la salvaguardia della biodiversità, rappresentando una solida base per la lotta al cambiamento climatico, i cui effetti sono già tangibili anche in queste zone. I gesti, antichi e nuovi, esprimono la cura e il rispetto di un legame profondo tra uomo e territorio” afferma l’artista.

L’intervento di Franceso Garofalo – architetto antropologo – nella sua “Geografia lessicale” ha messo invece al centro le parole come elemento fondamentale della conservazione e della trasmissione dei saperi. L’installazione si compone di una serie di manifesti, che a partire dalla trascrizione integrale delle sopramenzionate interviste ne rendono visibili soltanto alcuni vocaboli, fondamentali e ricorrenti, che evocano delle immagini mentali. “Geografia lessicale è un insieme di parole nello spazio. Voci, ricordi, preoccupazioni e speranze sono raccolte senza gerarchie, lasciando all’osservatore il ruolo di interpretarle. Come in un mosaico, diventano minuscoli frammenti di un’immagine molto più ampia, tasselli che oltre l’apparente incoerenza, svelano l'intrinseco rapporto tra comunità e territorio” racconta Garofalo.

Infine, Mara Callegaro, nel suo video “Indomabili” ha prodotto una riflessione sulle cose, gli oggetti della cultura materiale, gli strumenti di lavoro che rendono possibile la coltivazione e la trasformazione dei prodotti delle due filiere. “Cose che effondono storie, curiosità, riti, valori, magie, oggetti Indomabili che soverchiano la loro presenza fisica, animando memorie e solleticando visioni a venire”.
Anche il sindaco di Bellano, Antonio Rusconi, ha presenziato all’inaugurazione della mostra, ringraziando innanzitutto “i volontari che hanno tenuto vivo il museo in questi quindici anni”, dichiarando poi il suo ottimismo per “numeri che stanno crescendo e che spero diano ulteriore forza e volontà”, garantendo infine che l’amministrazione comunale “continuerà a stare vicina al MUU”.

Custodire e tramandare saperi è il modo in cui il Museo del latte e della storia della Muggiasca conferma il proprio impegno nella salvaguardia delle tradizioni, con l’augurio e la speranza che il progetto possa risollevare delle questioni e far rinascere una discussione sulla potenzialità e le criticità del recupero di alcune filiere storiche come quelle in oggetto. La mostra – che “invade” le varie stanze del MUU - resterà aperta al pubblico dal 9 luglio al 15 ottobre e sarà accompagnata da incontri e presentazioni. Il 5 agosto alle ore 18.00 Roberto Pozzi presenterà il suo libro “Quattro piante raccontano la vita rurale del Lario”; mentre il terzo weekend di ottobre, in occasione della castagnata di Vendrogno, è previsto un incontro con i castanicoltori del Lario per un approfondimento sulla castagna: conoscerla, coltivarla, gustarla.
A.Te.
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