Lecco Film Fest: un tributo a Piero Nava con 'Il giudice ragazzino', ospite Giulio Scarpati

Sul palco del Lecco Film Fest c’è stato spazio anche per un tributo a Piero Nava, il lecchese che fu testimone dell’omicidio del giudice Rosario Livatino la mattina del 21 settembre 1990 sulla strada tra Canicattì e Agrigento e che da quel giorno è stato costretto a cambiare più volte identità e residenza per sfuggire alla vendetta mafiosa e ancora oggi vive sotto copertura in una località sconosciuta.


Giulio Scarpati

Ieri sera, infatti, era in calendario “Il giudice ragazzino”, film del 1994 del regista Alessandro Di Robilant tratto da un libro di Nando Dalla Chiesa e dedicato proprio alla figura di Rosario Livatino, tra l’altro beatificato da papa Francesco nel 2021, che era interpretato dall’attore Giulio Scarpati; quest'ultimo è stato ospite in città proprio per raccontare quell’esperienza professionale che – ha detto – l’ha segnato profondamente.
La proiezione è infatti stata preceduta da una breve presentazione alla quale con Scarpati hanno partecipato anche il produttore Maurizio Tedesco, il giornalista della rivista “Il cinematografo” Federico Pontiggia e il direttore di “Tv2000” Vincenzo Morgante, che ha parlato di Livatino come di «una figura straordinaria di uomo, di magistrato e di credente» ricordandone anche alcune parole emblematiche: «Saremo giudicati non per essere stati credenti ma per essere stati credibili».


Maurizio Tedesco, Federico Pontiggia e Vincenzo Morgante

La mafia non è stata sconfitta, ma rispetto ad allora molto è cambiato nell’atteggiamento dei siciliani, proprio dopo la serie di omicidi di magistrati. «Al momento di girare il film – ha ricordato Tedesco - quando cercavamo le comparse che avrebbero avuto tutt'al più un paio di battute, nessuno voleva fare il poliziotto, ma tutti chiedevano di avere la parte di un mafioso...».


L'intervento di Lorenzo Bonini

Da parte sua, Scarpati ha appunto parlato del proprio coinvolgimento emotivo («È stata un’esperienza fortissima»): la visita ai genitori, la mamma di Rosario che gli sposta la frangia dei capelli «perché Rosario ce l’aveva così», la camera ancora intatta e ingombra di tanti film in videocassetta. Poi, come detto, l’omaggio a Piero Nava, con l’intervento del giornalista Lorenzo Bonini (autore con Stefano Scaccabarozzi e Paolo Valsecchi del libro “Io sono nessuno” in cui il testimone lecchese racconta la sua storia).
D.C.
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