Calolzio: è possibile recuperare l'ex scuola di Sala, ma realizzare 10 appartamenti 'sociali' costa decisamente troppo

L'ex scuola elementare di Sala può essere salvata e recuperata ad altro scopo, eliminando – con alcuni accorgimenti – le barriere architettoniche che al momento la rendono inaccessibile alle persone con scarsa mobilità e puntellata di rischi anche per i normodotati. Il vero problema? La sostenibilità economica di un'operazione che dal punto di vista tecnico, oggi, è considerata realizzabile.

E' questo in estrema sintesi quanto emerso venerdì sera in Commissione Territorio. Nella prima seduta post rinnovo dell'amministrazione comunale – Fabio Pio Mastroberardino è stato eletto, da assente, presidente e Marco Bonaiti suo vice – è stato illustrato infatti lo studio di prefattibilità per la rifunzionalizzazione dell'edificio a residenza sociale proposto da un pool di tecnici per conto dell'architetto Giorgio Zenoni, unico dei quattro progettisti (gli altri erano Walter Barbero, Baran Ciagà e Giuseppe Gambirasio) ancora vivente.

L'ex scuola di Sala

Come da vincolo posto dal Ministero per i Beni Culturali dopo il riconoscimento dell'importante carattere artistico dell'immobile, dal professionista, quale “papà” dalla struttura, deve passare ogni decisione sul suo futuro, con l'impossibilità per il Comune di Calolzio, proprietario dello stabile, di abbattere l'ex scuola come invece era nei piani della prima Giunta Ghezzi, intenzionata a recuperare volumetria per edificare a Sala una (vera) palestra in sostituzione (dell'antiestetico e non del tutto funzionale) “pallone” ora in uso a studenti e associazioni. Una volontà “stoppata” dall'intervento della Soprintendenza, con conseguente perdita di un finanziamento di oltre un milione di euro chiesto al GSE per il palazzetto. Ma questo è ormai il passato. Il presente, come fatto notare da Wilna De Flumeri per l'opposizione, è un edificio progettato a fine anni '60, abbandonato dal 2007, sempre più deteriorato.

La palestra-pallone vista da una delle finestre dell'ex scuola

 

Delineare una possibile rinascita è spettato all'architetto Mauro Bonfanti, intervenuto quale portavoce dei firmatari della proposta ovvero Graziella Leyla Ciagà, Stefania Gambirasio, Simone Zenoni, Stefano Zenoni, Mauro Bonfanti e Mariagrazia Furlani, con la collaborazione di Paola Valsecchi.

L'architetto Mauro Bonfanti

In due varianti – come da richiesta dell'amministrazione e di un operatore del settore che ha indicato loro quale dovrebbero essere le caratteristiche base di una struttura del genere – hanno proposto la riconversione della scuola, come anticipato, in un polo per l'housing sociale, ricavando nelle aule poste al secondo piano  9 appartamenti (oltre all'alloggio per il custode)  tra i 50 e i 60 metri quadri l'uno da concedere in uso a prezzo di favore a soggetti con fragilità, riservando invece il primo piano per i locali comuni, per ospitare dunque servizi la mensa e la lavanderia.

Una delle tavole dello studio presentato

Il tutto eliminando, con apposite soluzioni, quella serie di dislivelli (e dunque gradini) propri dell'edificio ed inserendo chiaramente anche l'ascensore necessario per collegare i due blocchi (proprio la posizione dell'elevatore differenzia le due proposte contenute nello studio, una delle quali prevede l'aggiunta di un ballatoio esterno, di completamento).
Senza tralasciare, infine, il ripristino del “verde” quale ulteriore elemento di valorizzazione.

In primo piano Wilna De Flumeri per Calolziocorte Bene Comune

A che prezzo? 2.268.000 euro, da tabelle delle tipologie edilizie, considerando 1.500 euro al metro quadro quale costo di riqualificazione, secondo Bonfanti. Non meno di 3.500.000 euro nelle stime dell'amministrazione comunale. 350.000 euro a appartamento insomma (“neanche fossimo a Milano”, il commento del consigliere Bonaiti). Oltre alle spese di gestione.

Una delle tante rampe di scale interne all'immobile

Un conto insostenibile per chiunque, la conclusione del sindaco Marco Ghezzi, ricordando come il Comune non abbia risorse proprie da investire nel progetto e anche reperendo poi i fondi per il recupero strutturale tramiti bandi specifici (che al momento non sembrano esserci), resta il tema della conduzione dell'iniziativa o in altre parole il problema di trovare il soggetto che, incamerando sostanzialmente nulla dagli inquilini, riesca a far quadrare il bilancio. De Flumeri ha suggerito la strada del coinvolgimento di eventuali Fondazioni interessate. L'architetto Bonfanti, da parte sua, ha ricordato come la riconversione in alloggi di edilizia sociale sia stata prospettata su input del Comune.

Il sindaco Marco Ghezzi e il consigliere di Cambia Calolzio Diego Colosimo

“L'immobile è di grande solidità. Sembra – dico io – la tomba di Tutankhamon” ha puntualizzato il tecnico. “Eliminiamo le barriere architettoniche, l'edificio potrebbe essere usato per qualsiasi cosa, anche come edificio scolastico”.
Un concetto ripreso, nel confronto tra commissari, da Diego Colosimo, sostenitore fin dall'inizio della crociata per non smantellare l'ex scuola. Il rappresentante di Cambia Calolzio ha dunque parlato della struttura come di una “scatola che può avere altre funzioni, magari un mix di funzioni può trovare un equilibrio anche di costi”, invitando l'amministrazione a considerare lo studio del team di  Zenoni come “un punto di partenza”, non abbandonando la proposta in un cassetto ma di tramutarla quantomeno in un progetto spendibile, impegnandosi nell'arco del quinquennio a dargli una forma sostenibile. “A provarci”, insomma.
A.M.
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