Mandello indica la via per tutte le Città dei Motori. Riflessione su turismo a due ruote (e buche)

Il “viaggio nella città dei motori” lo scorso anno era stata l’iniziativa simbolica di ripartenza dopo i due anni di emergenza covid. Un viaggio all’insegna dello slogan “Ripartiamo da cento”, vale a dire dal secolo di vita della Moto Guzzi, fabbrica iconica di Mandello, celebrato proprio lo scorso anno e proprio per via del covid con dodici mesi di ritardo rispetto alla data ufficiale del 2021 (la data ufficiale di fondazione è il 15 marzo 1921). Il viaggio è stato quello effettuato da 18 motociclisti partiti da Lecco e che hanno toccato le altre città italiane dei motori. Adesso, all’esterno della Moto Guzzi in via Parodi a Mandello c’è la segnaletica simbolica a indicare direzione e distanze per le 32 città dei motori toccate dal tour, città che peraltro nel frattempo sono aumentate di numero (perché nell’associazione che le riunisce è tornata anche a far parte anche Monza, che con il suo circuito dalla storia gloriosa non è certo località di secondo piano).

Barbara Mazzali e Riccardo Fasoli davanti alla palina

Ai piedi della palina segnaletica, c’è una targa che ricorda l’iniziativa dello scorso anno e riporta la lettera scritta per l’occasione dal sindaco mandellese Riccardo Fasoli e che gli “ambasciatori” su due ruote hanno poi letto in ogni città: «Il nostro non è soltanto un viaggio, ma un segno di ripartenza. Il nostro non è soltanto un anniversario ma il simbolo della resilienza. Cento anni di storia fatti di guerre, crisi e difficoltà che la casa dell’aquila e il Moto Velo Club Lecco hanno superato senza perdere l’energia e la voglia di ripartire, sempre. In un’epoca in cui le emergenze si susseguono senza soluzione di continuità il nostro abbraccio a tutte le Città dei Motori italiane e alla nostra capitale indica la strada maestra: ripartire insieme. Ci saranno certamente tempi migliori e altrettanto certamente tempi peggiori: soltanto viaggiando tutti nella stessa direzione saremo in grado di superarli».

A inaugurare ufficialmente la palina segnaletica è stata l’assessore regionale al turismo Barbara Mazzali assieme al sindaco Fasoli. Lo stesso primo cittadino ha poi accompagnato l’assessore e il consigliere regionale Giacomo Zamperini in visita al museo della Moto Guzzi.
I tre sono quindi saliti a bordo di una Moto Guzzi d’eccezione, un “Ercolino” realizzato nel 1956 con seggiolini per trasportare quattro persone e che era stato ideato per le visite interne all’azienda mandellese in occasione di ospiti di rilievo. Ne erano stati realizzati solo due esemplari, uno finito a Kabul in Afghanistan per motivi che i settant’anni trascorsi hanno avvolto nella leggenda. L’altro fortunosamente recuperato e rimesso in sesto da un appassionato guzzista mandellese, Adelio Compagnoni, che lo sfoggia nelle grandi occasioni.

L’appuntamento si è poi concluso al lido comunale per un miniconvegno sul mototurismo cominciato un po’ all’insegna di frasi di maniera. E’ stato il breve ma puntuto intervento di un motociclista presente tra il pubblico a dare pepe alla discussione, rilevando come le belle parole non bastano considerato lo stato pessimo delle strade lombarde (nella realtà  l’espressione è stata molto più colorita e tale da non lasciare spazio ad ambiguità): «Ci si accorge del non essere più in Lombardia ma in Svizzera o in Trentino proprio dalle condizioni dell’asfalto». Un richiamo rivolto soprattutto ai politici presenti.
All’incontro sono intervenuti, oltre all’assessore Mazzali, andatasene anzitempo, e al sindaco Fasoli, il consigliere Zamperini, il presidente degli albergatori Fabio Dadati, il presidente regionale della Federazione motociclistica italiana Ivan Bidorini, l’assessore comunale lecchese Giovanni Cattaneo, il presidente del Moto velo club Lecco Fabrizio Bianchi. Moderatore, il giornalista Oscar Malugani.

A proposito di mototurismo è stato sottolineato come le abitudini siano ormai cambiate. Ad accezione di quattro o cinque appuntamenti in Italia – e Mandello è uno di questi – che comunque resistono, l’epoca dei grandi raduni di massa è da considerarsi ormai alle spalle: oggi si preferiscono i piccoli gruppi e il muoversi in libertà (Bidorini). Però, se ci sono iniziative di richiamo – e una di queste è il “Lazzoduro” promosso dal Moto velo club lecchese: trecento motociclisti in sella dalle 5 del mattino alle 21 per percorrere 700 chilometri lungo itinerari sempre diversi – le risposte arrivano e si è costretti a bloccare le iscrizioni per ragioni organizzative (Bianchi).
Sotto l’aspetto della ricaduta turistica, si è sottolineato come sia necessario un cambio complessivo di mentalità (Cattaneo) e non considerare quello motociclistico come un turismo mordi e fuggi perché invece è proprio tra quelli che creano maggiore indotto (Zamperini). E se il mototurismo fa parte di una grande storia culturale (Mazzali) è necessario essere in grado di “raccontarci” (Fasoli). Del resto, dopo l’epoca covid, anche il turismo è completamente cambiato e il lago di Como, icona mondiale, ora comprende anche il ramo di Lecco com’è confermato dall’arrivo di molti turistici americani, asiatici e arabi (Dadati). Ed è del resto un paesaggio che nulla ha da a invidiare allo Yosemite (Fasoli).

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Ed è comunque vero – riprendendo la provocazione sulla viabilità malmessa - che tanti motociclisti evitano le zone dove le strade non sono buone (Bianchi). A questo proposito, Bidolini ha parlato del progetto che la Federazione motociclistica aveva avviato qualche anno fa e che poi si è fermato proprio per il covid: quello di realizzare una sorta di rete per raccogliere informazioni sulle criticità della circolazione, alimentata dalle segnalazioni degli stessi motociclisti. A questo proposito, è anche allo studio un’applicazione per i cellulari.

Chiudendo la giornata, il sindaco Fasoli ha comunque voluto sottolineare come ai grandi cambiamenti si arrivi per mezzo dei piccoli tasselli che ciascuno quotidianamente aggiunge. Ne è prova l’esperienza di Mandello, dove i quarantamila partecipanti al raduno e la risonanza del tour nelle città dei motori ha convinto la Piaggio, attuale proprietaria della Moto Guzzi, a investire sul polo mandellese, accantonando lo scetticismo iniziale. Si spiega così il progetto da 25 milioni di euro per l’ampliamento dello stabilimento, la realizzazione di un albergo, una valorizzazione del museo e della galleria del vento. Il via ai lavori è previsto entro la fine dell’anno.
D.C.
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