Sciopero dei metalmeccanici: alta l'adesione anche nel lecchese. I dati fabbrica per fabbrica

I metalmeccanici tornano a farsi sentire. A gran voce. Particolarmente alta, anche nel lecchese, l'adesione allo sciopero nazionale indetto per oggi da FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL con punte, in alcune fabbriche, come la Riello, nel capoluogo, al 90%, come certificato dalla stesse sigle sindacali promotrici dell'astensione.

“Si tratta di un risultato assolutamente positivo. Le metalmeccaniche e le metalmeccaniche hanno recepito l’importanza dei temi che riguardano le politiche industriali e le situazioni di crisi a livello nazionale e sui territori che FIM, FIOM e UILM hanno voluto mettere al centro di questa mobilitazione" commenta Enrico Vacca, Segretario Generale di categoria per la CISL. "Per quanto riguarda i nostri territori, quelli di Monza Brianza e Lecco, siamo stati ricevuti nelle due Prefetture che hanno recepito sia i documenti presentati dalle categorie sindacali sullo sciopero e hanno voluto ascoltare le ragioni del sindacato per la protesta di oggi, cogliendone gli spetti più importanti e impegnandosi a trasferire il messaggio al Ministero del Made in Italy, che è quello più direttamente coinvolto. Nel complesso possiamo considerare la giornata di oggi un risultato positivo e un punto di partenza per mettere al centro dell’azione sindacale e politica la categoria dei metalmeccanici e il mondo industriale senza i quali non si può pensare di proseguire un discorso di sviluppo economico e sociale del Paese" ha asserito.

L'ADESIONE ALLO SCIOPERO - DATI ELABORATI DALLE LE TRE SIGLE SINDACALI


L'ADESIONE ALLO SCIOPERO - DATI ELABORATI DALLA FIOM


Ritenendo che "transizione ecologica, digitale, energetica e tecnologica richiedono importanti scelte da parte del Governo sui temi del lavoro e dell'industria, per far sì che i cambiamenti diventino altrettante occasioni per il rilancio del settore, dell'occupazione e degli investimenti, per una transizione sostenibile e per la
risoluzione delle crisi aperte", FIM, FIOM e UILM  di fatto chiedono:
• l'apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà per definire i piani di sviluppo;
• l'incremento e il confronto sugli investimenti pubblici e privati nei settori strategici e la reindustrializzazione delle aree di crisi per garantire l'occupazione;
• di valorizzare e sostenere il reddito da lavoro;
• l'impegno comune al confronto e all'uso delle risorse del PNRR per lo sviluppo del settore metalmeccanico;
• la riforma degli ammortizzatori sociali, con strumenti adeguati alla transizione ecologica e digitale;
• l'incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l'orario di lavoro e favorire l'occupazione giovanile;
• un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e del sistema universitario;
• di intervenire per aumentare la dimensione d'impresa, superare le gare al massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.

Concetti ribaditi a Lecco dai delegati in Prefettura, con tanto di presidio dimostrativo in Corso Promessi Sposi per dar "corpo" alle rivendicazioni messe sul tavolo.
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