Casargo è al sicuro? La risposta del tecnico dopo la bomba d'acqua del 1° giugno, 'collaudo naturale' delle opere post alluvione del 2019

È passato poco più di un mese dall’acquazzone che la sera dell’1 giugno ha scosso nuovamente Casargo, facendo rivivere a tutti gli abitanti l’incubo di quattro anni fa, quando il paese fu letteralmente invaso da fango e detriti, i quali provocarono danni ingentissimi, lacerando l’anima del centro dell’Alta Valsassina. Enorme è stato negli anni a venire lo sforzo dell’Amministrazione Comunale, guidata da Antonio Pasquini, la quale ha saputo ottenere ingenti finanziamenti dal Dipartimento Protezione Civile e da Regione Lombardia, fondamentali per la messa in sicurezza di un territorio così fragile come quello casarghese.

Immagine scattate questa estate in uno dei cantieri aperti in paese

Se i danni causati dall’evento dell’1 giugno sono stati certamente molto contenuti – parliamo sostanzialmente di una colata di fango che ha invaso alcuni locali delle scuole primaria e dell’infanzia, la chiesa e la strada provinciale, mentre il materiale detritico è rimasto lontano dal centro abitato – i casarghesi hanno chiesto spiegazioni: le nuove opere sul versante di Giumello (quello più “stressato” dalle precipitazioni dell’1 giugno) hanno fatto il proprio dovere? Come mai il fango ha invaso la strada provinciale? I lavori erano terminati, oppure no?

Una foto scattata la mattina del 2 giugno 2023

Questi gli interrogativi cui Pasquini non ha mancato di rispondere, invitando la popolazione al Consiglio comunale di ieri sera, per un momento di discussione e di aperto confronto, che lo stesso sindaco ha definito “sempre positivo”. Presente anche l’ingegnere Giuseppe Floreale, progettista degli interventi sullo Spirsol, sulla Valle Fontana, e su tutto il versante di Giumello. Suo il “disegno” del sistema di protezione a tre livelli di cui il sindaco ci aveva già parlato lo scorso marzo: innanzitutto le vasche di laminazione all’Alpe Chiaretto; poi il sistema di briglie lungo lo Spirsol e le altre valli, che, insieme al vallo in terra armata, fornisce la difesa migliore contro il materiale solido; infine, la grande tubazione sotto la provinciale che convoglia le acque di tutte le valli minori dentro il tratto basso dello Spirsol, la cui portata è stata decisamente aumentata (l’idea è quella di sottrarre tutta l’acqua possibile alla Valle dei Morti, che ha una capacità idrica molto ridotta, mitigando il rischio di invadere nuovamente il centro storico del paese).

L'intervento dell'ingegnere

“Le opere hanno svolto perfettamente il loro lavoro” ha commentato Floreale, che ha ribadito come l’evento dell’1 giugno sia stato “più breve di quello del 2019 – circa un’ora totale di evento critico - ma con dei picchi impressionati. La pioggia più forte si è concentrata nell’arco di venti/venticinque minuti e il versante di Giumello è stato tremendamente colpito, in particolare la Valle Fontana”. L’ingegnere ha proseguito con il confronto: “nel 2019 avevano invaso il paese 4.311 metri cubi di materiale solido, cioè legname, sassi… Le misurazioni a seguito dell’evento di un mese fa mostrano che le briglie e il vallo contenevano ben 3.000 metri cubi di materiale. Materiale che, senza il sistema di protezione, avrebbe nuovamente invaso l’abitato di Casargo”.

Casargo nel riquadro viola al centro dell'immagine

E la colata di fango, si poteva evitare? Floreale risponde, invocando il Fato: “l’evento critico è arrivato quando mancava pochissimo alla conclusione dei lavori. Nessun ritardo e nessuna colpa” ha ribadito, sottolineando al contrario “l’estrema efficienza dell’Amministrazione nel porre le condizioni per la realizzazione degli interventi, grazie anche al grande spirito di collaborazione dei privati cittadini (in riferimento ai numerosissimi accordi bonari, ndr)”.

Altro scatto dei lavori realizzati

La colata dell’1 giugno si può spiegare sostanzialmente in questo modo: il vallo in terra armata non era perfettamente ultimato. In particolare, “l’estremo di valle”, dove il vallo confluisce nello Sprisol, non era ancora chiuso dai cosiddetti “panconi”, unità rimovibili quando si rende necessario l’accesso all’opera per la pulizia e la manutenzione. Questo ha fatto sì che parte dell’acqua scorresse lungo la stessa strada di accesso, riversando poi sulla provinciale. Ad oggi, i panconi sono stati invece regolarmente posati. Un ulteriore “malfunzionamento” ha poi riguardato il tubo che collega la Valle Fontana alla grande tubazione sotto la strada provinciale (la quale convoglia tutta l’acqua nello Spirsol), che pare si sia intasato a causa di un grosso masso.

Il raffronto tra l'evento dell'agosto 2019 e l'evento del primo giugno 2023

Floreale si è comunque dichiarato “soddisfatto della risposta delle opere ad un evento con dei picchi davvero eccezionali”, per una sorta di “collaudo naturale” pienamente superato ed una mitigazione dei danni davvero riuscita. “Le vasche di laminazione a Giumello hanno svolto correttamente la propria funzione, come anche le briglie sullo Spirsol e il vallo in terra armata” ha ribadito, aggiungendo che “dei miglioramenti sono sempre possibili e, anzi, perfettamente “naturali” e previsti. Si possono studiare interventi di modifica dal basso impatto economico, ma dalla grande rilevanza. Ad esempio, stiamo pensando di “ottimizzare” il vallo per evitare che l’accumulo di colate detritiche rallenti il deflusso dell’acqua”.

In seguito, è stato lo stesso Pasquini a ricordare l’importanza della manutenzione, che consiste sostanzialmente nella pulizia delle vasche, delle briglie e del vallo dal materiale che queste opere raccolgono in caso di un evento critico. “L’approvazione di due debiti di bilancio, per un totale di spesa poco inferiore ai 200.000 euro, per il ripristino della funzionalità della vasche di sedimentazione sul torrente Fontana e sullo Spirsol, delle scuole dell’infanzia e primaria e di un’abitazione”: questo ciò che il sindaco ha chiesto al Consiglio comunale, il quale ha approvato all’unanimità anche l’immediata esecutività della delibera. “I fondi sono già stati finanziati e validati da Regione Lombardia, trattandosi di somme urgenze per il ripristino della funzionalità di opere poste a protezione dell’abitato. Per la manutenzione ordinaria, si parla invece di 10.000/15.000 euro annui, raccolti tramite i canoni idrici” ha spiegato il primo cittadino di Casargo.

Casargo sommersa dal fango nell'agosto 2019

In risposte alle – in realtà poche e non coordinate – critiche mosse all’Amministrazione o agli stessi interventi nel corso della comunque accesa discussione di ieri sera, Pasquini ha risposto dichiarandosi “molto più tranquillo dopo gli eventi dell’1 giugno”, ricordando che “è stato difficile fare questi interventi in così poco tempo” e che “tutto è stato fatto con criterio, basandosi sui dati”. Infine, il sindaco ha ribadito che “Casargo sarà sempre soggetta a questi eventi e il rischio zero non verrà mai raggiunto. Questo è causa anche dell’urbanizzazione incontrollata del passato, di case e strade che hanno interrotto bruscamente il corso delle valli, alterando drammaticamente la morfologia del territorio”. Una situazione con cui l’Amministrazione del presente si è trovata a convivere e cui ha semmai cercato di porre rimedio.
Alessandro Tenderini
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