Chiuso: luci e arpa in chiesa per portare in scena 'Storia del Beato Serafino Morazzone, il Buon Curato'
Chiuso onora ancora una volta il suo parroco più celebre di sempre ovvero il Beato Serafino Morazzone. Durante la serata di sabato e nel pomeriggio di domenica, all'interno della chiesa a lui dedicata, l'attore Andrea Carabelli accompagnato da Silvia Beretta, Elisabetta Conte e Anna Salerno, ne ha raccontato, teatralmente, la vita.
L’Associazione cultuale Madonna del Rosario – nell'ambito del progetto "Circondati dalla Bellezza", insieme a Cooperativa Eliante e l'Associazione Luce Nascosta – in occasione del 250° anniversario di ordinazione del sacerdote, ha prodotto infatti la pièce, scritta da Giampiero Pizzol, “Storia del Beato Serafino Morazzone, il Buon Curato”.
Il recital vuole, attraverso la voce del suo solista, ripercorrere l'esistenza caritatevole e di fede del santo.
Lo spettacolo è composto da una drammaturgia in decasillabi come in un poema epico e intervallato da momenti di canti liturgici cristiani. Non vi è scenografia ma l'ambientazione è già di per sé di tutto rispetto (e suggestiva), con il “palco” ricreato sull'altare della chiesa del rione, adornato di affreschi. I dipinti rappresentano la Crocifissione sulla parete di fondo, Cristo Pantocratore circondato dai Dottori della Chiesa sulla volta e infine i Profeti nell'intradosso dell'arco.
L'atmosfera poi è accentuata dalle luci che variano dai colori più freddi ai più caldi quando le due cantanti, una soprano e l'altra mezzosoprano, deliziano il pubblico con la loro dolce voce. In fondo alla chiesa l'unica musicista del quartetto suona, oltre all'arpa, anche un tamburo per ricreare i suoni delle battaglie napoleoniche.
“Storia del Beato Serafino Morazzone, il Buon Curato” - che prevede un atto unico, di un'oretta – parte dalle origini. Il futuro parroco di Chiuso non è nativo della nostra zona ma della città di Milano. Nono figlio di una famiglia numerosa nasce nel capoluogo lombardo il 1 febbraio 1747. Durante la sua adolescenza avverte fin da subito la sua vocazione, ma purtroppo è troppo povero per entrare in seminario, quindi completa i suoi studi teologici lavorando tra i chierici del Duomo di Milano.
Il suo trasferimento tra il lago e le montagne avviene nel maggio 1773, quando non ancora prete, vince il concorso per la parrocchia di Chiuso composta da solo 200 anime, dove eserciterà per sempre fino alla sua scomparsa. Don Serafino morirà in primavera il 13 aprile 1822 dopo una vita dedicata alla cura dei suoi parrocchiani.
Tra i tanti gesti fatti dal Buon Curato, beatificato nel 2011, ci sono la creazione di una scuola per assicurare un futuro migliore ai bambini del paese ma anche dei miracoli come quello delle fragole nate sotto la neve di gennaio che faranno guarire, dopo il suo assaggio, una bambina gravemente ammalata.
Questo spettacolo, come ha dichiarato Marta Civilini, curatrice del Museo del Beato Serafino Morazzone di Chiuso, vuole essere un modo per conoscere a più gente possibile la miracolosa vita del Buon Curato, citata anche dal Manzoni nel suo Fermo e Lucia.
S.A.T.