Il gruppo alpini di Cortabbio in festa. Benedetta la nuova tensostruttura

"Porto con me, negli occhi, il sorriso casto dei miei alpini". Questa la frase, di don Carlo Gnocchi, incisa sul nuovo altare allestito nel giardino delle penne nere a Cortabbio di Primaluna. La base del manufatto è stata ricavata utilizzando un melo. La tavola è invece in cedro. Il tutto è stato accuratamente assemblato da un iscritto al gruppo. Quest'oggi il nuovo altare è stato benedetto dal parroco, al culmine dei festeggiamenti iniziati con la sfilata di soci e simpatizzanti. Il corteo, aperto dai bambini con il Tricolore, ha attraversato le vie della frazione, accompagnato dal corpo musicale Santa Cecilia di Cortabbio, per poi raggiungere il cimitero per la deposizione di un omaggio floreale alle pene nere andate avanti e di una corona d'alloro al monumento che onora tutti i Caduti.

Poi la messa. Nella sua omelia don Marco Mauri ha fatto riferimento alle Lettura proposte per la funzione odierna, soffermandosi su Abramo e sulla sua obbedienza alla chiamata di Dio.
"Ha lasciato la sua parentela e la sua casa, è partito, pur non essendo di giovane età - ha detto - Partire per aspirare a una patria migliore, tutti possiamo dare il nostro contributo, a qualsiasi età, per costruire il regno dei cieli". E poi ancora: "Siamo delle persone in cammino, mai fermarsi, mai guardarsi indietro, sempre guardare avanti, obbedire alla parola del Signore, dare il nostro contributo perché il regno dei cieli, che è regno di pace, giustizia e bontà, possa diffondersi, nella nostra vita e intorno a noi".

Oltre all'altare, al termine della funzione, è stata benedetta anche la nuova tensostruttura resa disponibile per le diverse iniziative estive nonché il labaro del sodalizio guidato da Santi Acquistapace, che vanta 35 associati e 25 simpatizzanti.

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Il primo cittadino Mauro Artusi ha ricordato come questa è l'ultima sua festa degli alpini in veste di primo cittadino, essendo il suo mandato in scadenza, manifestando l'intenzione di non ricandidarsi.
Come ultima riflessione ha chiesto però ai presenti di proseguire l'entusiasmo proprio degli alpini e in generale di “stringersi a corte” come suggerito anche dall'Inno nazionale.

I festeggiamenti sono proseguiti con il rancio a base di polenta taragna e altre specialità locali oltre al fritto di pesce.
M.A.
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