PAROLE CHE PARLANO/131

Obbedire

Obbedire o ubbidire sono verbi che ci piacciono poco, perché riteniamo, a torto o a ragione, che implichino una subordinazione alla volontà altrui, un abbassarsi fino a rinunciare alle proprie convinzioni, adeguandosi alle direttive che ci giungono da autorità a noi superiori come un capufficio, un insegnante, un ufficiale, un capo di stato.
In realtà, il suo etimo è molto interessante. Il termine deriva infatti dal latino ob- e audire, col significato di prestare ascolto. Liberata dalle sovrastrutture che si sono accumulate nel tempo e che gli hanno tolto il suo primitivo e condivisibile significato, ecco che l’obbedienza diventa conseguenza di un primario ascolto e di un eventuale e volontario adeguarsi alle indicazioni e spiegazioni di chi stiamo ascoltando. Quindi non un atto che nasce da paura, da conformismo o da subalternità, ma dalla fiducia che riponiamo nel nostro interlocutore. E chissà che non possa capitare anche a noi di dimostrarci così saggi da meritare di essere ascoltati e condivisi.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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