Il Prevosto di Lecco è 'Monsignore' da 100 anni. Il MABEL si presenta per l'occasione
Cento anni fa il Papa fece un “regalo” a Lecco. Lo ricorda una (mini) mostra allestita da qualche giorno in Basilica per iniziativa del MABEL (Museo, Archivio, Biblioteca Ecclesiastici Lecchesi), istituto che si occupa della conservazione e consultazione dei beni storici, artistici, archivistici e bibliotecari della Parrocchia di San Nicolò, alla sua prima restituzione pubblica della propria attività. Attività che vuole essere anche educativa e di formazione al Patrimonio Ecclesiastico, materiale e immateriale, conducendo ricerche sulla storia della Comunità Cristiana del territorio di Lecco, con una costante azione rivolta alla popolazione, perché riconosca l'importanza di questi beni e se ne faccia carico, ne sia orgogliosa.“I dipinti, le oreficerie, i paramenti, le sculture, i documenti che abitano le nostre chiese, cappelle e santuari hanno un carattere squisitamente identitario, sono parte della comunità, del popolo che le ha volute e prodotte nei secoli” si legge su uno dei pannelli ospitati nella nicchia di San Carlo. “Il MABEL quindi esiste solo se realizza una relazione efficace e vissuta con la comunità ecclesiale che l'ha voluto. In caso contrario corre il rischio di diventare solo una specie di freezer per conservare cose ormai dimenticate”.
Proprio per scongiurare tale pericolo, ecco rispolverata una ricorrenza sconosciuta sicuramente ai più. Nel 1923 – esattamente un secolo fa, dunque – papa Pio XI concesse al prevosto di Lecco don Luigi Vismara e a tutti i suoi successori il titolo di Prevosto Mitrato. L'istanza fu avanzata dall'allora Arcivescovo di Milano, il cardinal Eugenio Tosi che chiese la concessione di questa dignità per le guide delle più importanti e antiche Pievi della Diocesi: Seregno, Busto Arsizio, Varese, Gallarate, Treviglio, Legnano, Saranno, Abbiategrasso e appunto Lecco.“Al Prevosto della Pieve di Lecco, che accorpava le 15 parrocchie del lecchese – annota il MABEL sul pannello in cui ricostruisce tale vicenda – viene quindi concessa la facoltà di portare, nelle funzioni sacre solenni, la mitra di tela bianca e la veste violacea. Gli viene inoltre concesso il titolo di Monsignore. La mitra (copricapo a due punte risalente alla Legge Mosaica) si aggiunge così alla ferula già in uso (lungo bastone sormontato da una sfera di metallo prezioso) che diventano quindi le insegne che caratterizzeranno da quel momento in poi la dignità dei Prevosti Mitrati di Lecco. E' concesso – come anticipato – anche il titolo onorifico di Monsignore, che dà il diritto di indossare la talare violacea. Ciò è testimoniato dal ritratto del Prevosto Pietro Galli, rappresentato con la veste violacea già nel 1895 in qualità di cameriere d'onore del Sommo Pontefice”. La tela, opera di Giovanni Battista Todeschini, è esposta insieme alle tavole, così da poter essere ammirata dai fedeli in tutta la sua bellezza, essendo stata restaurata – con il contributo della Fondazione Comunitaria del Lecchese – nel 2022.
Tornando a “dono” del Papa nel 1923, “i lecchesi – spiega chi ha curato la ricerca – organizzarono un grande festeggiamento nel giorno di Pasqua per ringraziare il Pontefice di questo onore concesso a Lecco. A distanza di cento anni è bello ricordarsi e gioire ancora di questo evento che racconta di una Chiesa universale che si fa però vicina ai suoi fedeli attraverso questo simbologia”.
L'esposizione resterà visibile in Basilica fino a domenica 16 luglio.