Area MAB: un ricorso al Presidente della Repubblica per salvare il Comune dal 'bagno di sangue'

Giuseppe Rusconi
Un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per cercare di rimediare al “pasticcio” dell’area MAB. È questa la strada scelta dalla giunta del Comune di Lecco lo scorso 22 giugno per risolvere il problema che riguarda l’area a Rivabella su cui insiste parte della MAB, appunto, che fino al 2015 è stata di proprietà demaniale, prima di essere “rilevata” dal Comune di Lecco e venduta poi all’azienda. E su cui lo Stato ha preteso un arretrato di 1,2 milioni di euro e 171mila euro all’anno “a vita”, in virtù della concessione che prima riscuoteva dall’azienda.
“Attraverso il ricorso - spiega l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Rusconi - chiediamo che sia annullato il decreto del 28 dicembre 2022 del ministero dell’Economia e delle Finanze, oppure rimodulato sotto due profili. In prima istanza chiediamo di non dover più pagare il contributo perché se lo Stato ci ha consentito di vendere e ha avuto il 25% di quanto incassato dalla vendita come previsto dalla legge, non pensiamo che debba continuare a pretendere il contributo che incassava prima della cessione del bene come se non fosse stato venduto. Sarebbe una doppia imposizione che non ha senso. In seconda istanza, se proprio il Comune di Lecco dovesse continuare a pagare questo contributo, chiediamo di non superare l’importo che ha incassato dalla vendita, altrimenti sarebbe un bagno di sangue”.
È un percorso in salita: l’iter avviato prevede che il ministero mandi il ricorso al Consiglio di Stato in sede consultiva, il quale dovrà esprimere un parere che sarà rimandato al ministero e sulla base del quale verrà assunta una decisione. Un processo che durerà almeno un paio d’anni, tempo durante il quale il Comune di Lecco dovrà continuare a versare il contributo annuo di 171mila euro. “La legge è chiara, il nostro è un tentativo e l’esito è un punto di domanda” conclude Rusconi.
M.V.
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