PAROLE CHE PARLANO/130
Adda
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Non potevo non parlare del nostro fiume, il quarto per lunghezza, che entra nel lago a Colico ed esce a Lecco, come descrive magistralmente il Manzoni: [...] vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia [...]. Una cosa di cui forse non tutti sono a conoscenza è che l'Adda, una manciata di millenni fa (qualche milione di anni, in realtà) usciva dal ramo comasco, lungo il quale scavò una profondissima valle (oltre ottocento metri sotto il livello del mare! Attualmente, ad Argegno, si misura la massima profondità di 425 metri di cui 225 sotto il livello del mare). Poi, per ragioni complesse, spiegate dalla geologia (dalla tettonica, in particolare), l'Adda cambiò tragitto, "preferendo" il nostro ramo e dando la possibilità al Manzoni di mostrare la sua arte, anche nelle descrizioni geografiche. L'origine del nome Adda è invece piuttosto dibattuta; comunque, possiamo affermare che provenga dal latino Addua. Proprio per questo, Cassiodoro (500 d.C. circa) si convinse che il nome deriverebbe dal latino dua, due, ritenendo che il nostro fiume prenda origine da due sorgenti. Tuttavia, altri studiosi sostengono che il nome sia di origine celtica, che derivi cioè dal vocabolo abda, con il significato di "acqua che scorre impetuosa".
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Rubrica a cura di Dino Ticli