Lecco: piazza Lega Lombarda si chiamerà ancora piazza Stazione. Lo ha scelto il CC

Lo ha deciso, al termine di una discussione in stile chiacchiera da bar, il consiglio comunale: il piazzale tornerà cosi a chiamarsi con il suo tradizionale nome, attestato dal 1886, che i lecchesi hanno continuato tranquillamente ad usare anche in questi 18 anni.
Era infatti il 1997 quando l'allora sindaco Pino Pogliani decise di ribattezzarla Piazza Lega Lombarda, una decisione resa attuativa da Lorenzo Bodega. Ufficialmente per onorare le vicende dei Comuni medievali ma, di fatto, con un evidente richiamo al (quasi) omonimo partito politico.
A decidere di votare a favore del cambio di denominazione (proposto da Salvatore Rizzolino e Stefano Chirico) sono stati i consiglieri di Ncd e parte del gruppo del Pd. Contrari - seppur con motivazioni diverse - gli esponenti di Lega e Fratelli d'Italia e alcuni "dissidenti" democratici.
Non è però facile fare una cronaca precisa ed ordinata del lunghissimo dibattito andato in scena nel salone di Palazzo Bovara, e questo perché non è stata affatto una discussione precisa e ordinata.
Più di 20 interventi, "finti" emendamenti presentati, volgarità, epiteti coloriti hanno animato il confronto tra consiglieri, in uno spettacolo durato un'oretta che Casto Pattarini (Pd) non ha esitato a definire "una sceneggiata". O per usare una metafora suggerita da un altro consigliere "uno zoo".
Scelte ideologiche, antipatie personali e rancori politici hanno fatto da sfondo - e a tratti dominandolo - al dibattito.
Da una parte il gruppo dei favorevoli capeggiato dai due proponenti: "Si tratta di una scelta di civiltà, che rivendica come nessuno possa pensare di mettere il proprio cognome ad un territorio, per il semplice fatto di aver vinto un'elezione" ha spiegato Chirico, contro quello che sia Angela Fortino (Ncd) sia Andrea Frigerio hanno definito "un atto di arroganza. Nessun altro partito ha osato fare qualcosa di simile, mettendo il proprio nome a una piazza".
All'opposto il gruppo della Lega: "è una mozione assolutamente inutile, che non risponde ad alcun vero problema reale per nostri cittadini, ma anzi vuole cancellare il ricordo di un momento storico importante per la nostra regione. E dal punto di vista politico è deprimente vedere queste eterne discussioni per il nome di una piazza, una necessità che non sentiva assolutamente nessuno" ha commentato la capogruppo Cinzia Bettega.
Contrari o astenuti sono stati anche alcuni consiglieri dissidenti del PD che hanno ricordato come solo il Novembre scorso, proprio per evitare queste polemiche che si erano già generate con la proposta del Carroccio di ricordare nella toponomastica Oriana Fallaci, era stato approvato un Odg che sottolineava come si sarebbe potuto trovare nuove intitolazioni solo in occasione dell'apertura di nuove vie.

L'assise
Su queste tre posizioni si è arroccata la discussione. Che ha visto anche la presentazione di un emendamento (poi ritirato) provocatorio da parte del consigliere Giacomo Zamperini che chiedeva l'intitolazione del piazzale a Fratelli d'Italia "inteso come inno nazionale, e non come il mio partito: una provocazione per far capire che qualunque consigliere potrebbe trovare un nome che fa per lui".
Ma tra i momenti che più hanno infiammato l'aula c'è stato anche l'intervento del leghista Giovanni Colombo che, scusandosi poi, ha sottolineato i natali non lecchesi dei due firmatari. Una frase che ha suscitato un coro di polemiche.
Dopo un confronto non sempre edificante, la proposta è stata approvata ed entro la fine del 2015 la giunta dovrà ribattezzare la piazza con il nome con cui già nel 1886 era stata nominata per la prima volta.
"Solo il fascismo aveva pensato prima del 1997 di cambiargli il nome in piazza 28 ottobre, con riferimento alla marcia su Roma" ha spiegato Salvatore Rizzolino.
Una votazione incerta fino all'ultimo, arrivata al termine di una seduta nella quale il Partito Democratico non è riuscito a mantenere una linea unita, spaccandosi su più temi.
Ad esempio sulla pedonalizzazione di piazza Fra Cristofero a Pescarenico proposta dal consigliere Sandro Magni, bocciata dall'assise ma con il voto favorevole di una manciata di esponenti PD.
E lo stesso copione si era presentato anche sull'Ordine del Giorno - sempre di Magni - per l'Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti, condiviso nelle intenzioni ma non nella stesura presentata al consiglio anche dal gruppo Pd, che in parte lo ha appoggiato.
P.V.