Valvarrone: anche don Raffaele Busnelli tra i 12 eremiti raccontati per scatti in una mostra a Milano

Don Raffaele Busnelli, nella scheda tratta dalla pubblicazione che accompagna
la mostra esposta all'Università degli Studi di Milano
“Forse oggi le teologie, i discorsi su Dio, per quanto importanti, non bastano più, ci vogliono esistenze che gridano silenziosamente il primato di Dio. Ci vogliono uomini e donne che trattano il Signore da Signore, che si spendono nella sua adorazione, che affondano nel suo mistero, sotto il segno della gratuità e senza umano compenso, per attestare che Egli è l’Assoluto”. Così Don Raffaele Busnelli, dell’Eremo della Breccia all'Alpe Gallino, in Valvarrone, riassume il suo sentire. Lo fa prendendo in prestito una frase di un vescovo, pronunciata in una dichiarazione in occasione del XV Centenario di San Benedetto. La stessa frase che conserva, con altre, incorniciata, in quella che dal 2012 è la sua casa, nell'estrema periferia nord della nostra Provincia, isolato tra le montagne, quale unica presenza di un piccolo borgo di vecchie stalle, dove offre accoglienza a chi, da tutta Italia, arriva fin lì. A dare voce alla sua storia sono... una serie di scatti. Il sacerdote, ordinato nel '99 dal Cardinal Martini e divenuto eremita dopo aver lavorato per tredici anni tra Cologno Monzese e Treviglio, è infatti uno dei protagonisti della mostra “La via dell’Esychia”, visitabile fino al 30 giugno, nell’atrio dell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono. Si tratta di raccolta di fotografie realizzate da Eliana Gagliardoni che racconta la vita di chi, come appunto il “nostro” don Raffaele, ha scelto la solitudine e il silenzio.
L’eposizione è stata inaugurata questa mattina alle 11 alla presenza dell’Autrice, con interventi della prof.ssa Marina Benedetti (Docente di Storia del Cristianesimo dell’Università degli Studi di Milano), di Gianni Borsa (Presidente Azione Cattolica Ambrosiana) e di Paolo Danuvola (Cooperativa IN DIALOGO - Cultura e Comunicazione).
Il senso della mostra è quello di far conoscere una realtà di nicchia ma carica di messaggi per l’attualità, e allo stesso tempo proporre qualche interrogativo e provocazione rispetto al ritmo della città, a partire da quella milanese e ambrosiana, che per antonomasia è realtà di vita accelerata immersa fra i rumori. La scelta della location non è casuale: l’Università frequentata da tanti giovani nel centro del capoluogo lombardo.
Altre due foto di don Raffaele tratte dalla pubblicazione
Dimenticando però l’immagine stereotipata dell’eremita. Oggi queste persone rappresentano un punto di riferimento per i tanti visitatori che li raggiungono nei loro eremi. Qui nascono relazioni e scaturiscono momenti di confronto e crescita, occasioni di dialogo e di meditazione: un tesoro per chi torna a casa dopo aver fatto questa esperienza e aver conosciuto queste persone che hanno scelto l’esichia, che in greco significa “immobilità, riposo, quiete, silenzio”, “mantenere la calma”.
“Nel mio eremo arrivano persone di ogni tipo, di ogni fascia di età, arrivano da tutta Italia e la prima cosa che cerco di donare loro è l’accoglienza, cercando di accompagnarli in un’azio- ne di discernimento e offrendo loro anche ospitalità per brevi ritiri spirituali. Quando le persone mi dicono che vengono da me per ricaricarsi, le metto in guardia. Anche il telefono si ricarica, ma poi torna a fare le stesse cose di prima. “Se invece vieni per svuotarti e rinnovarti, allora capisci che non è una questione di accumulo di energia. Ma di cambiare la vita”” racconta a tal proposito don Raffaele, nella pubblicazione che accompagna la mostra.
“Dopo il primo incontro avuto con lui all’Eremo della Breccia ho realizzato che tutti coloro che avrei successivamente conosciuto sarebbero stati individui ben lontani dall’ordinarietà, uomini e donne veri, autentici, cristallini; con uno spazio interiore accogliente ancor più vasto e sorprendente di quei bellissimi panorami ammirabili dai loro eremi” aggiunge l’autrice Eliana Gagliardoni che per la sua realizzazione ha selezionato complessivamente 12 soggetti, in un simbolico viaggio itinerante per tutta l’Italia.
Oltre a don Raffaele, è stata dunque immortalata – in bellissime immagini, 36 quelle esposte – la quotidianità di ,Suor Mirella Muià Eremo dell’Unità - Santa Maria in Monserrato (RC); Don Cristian Leonardelli Eremo della Valle Benedetta (LI); Don Fulvio Calloni Eremo di Capraia - Sillico di Garfagnana (LU); Viviana Maria Rispoli Eremo di Savigno (BO); Fratel Benedetto Eremo di Santa Maria ad Martires - Calomini (LU); Suor Concetta Giordano Eremo di San Martino in Vignale (LU); Suor Federica Cornacchia Eremo di Varano - Fabriano (AN); Suor Maria Laura Guariento Eremo Myriam - Niardo (BS); Frédéric Vermorel Eremo di Sant’Ilarione - Cauolonia (RC); Antonella Lumini Eremita di città (FI); Suor Paola Biacino Eremo Pra’d Mill - Bagnolo (CN).
L’iniziativa ha avuto il patrocinio e il sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Con il Sud, Azione Cattolica di Milano. Si tratta di un progetto realizzato grazie alla Cooperativa IN DIALOGO - Cultura e Comunicazione. Alla pubblicazione hanno contribuito anche Arnoldo Mosca Mondadori, scrittore e presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.
La mostra sarà visitabile dal 26 al 30 giugno dalle ore 8.30 alle ore 19.30.
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