Rossino: si chiude il Campo Scuola degli Alpini, applauso per i partecipanti. E da Palermo arriva un invito speciale: 'venite in missione'

Nel 2024 sarà Torre de' Busi a ospitare l'ottava edizione del Campo Scuola "Rispetto e Natura" organizzato dai gruppi Alpini della Valle San Martino. Ma prima del prossimo giugno, forse, si potrà dare concretezza anche ad una proposta speciale ricevuta nelle ultime ore dalle penne nere, capaci di tutto, anche di dare corpo a quella che su due piedi potrebbe sembrare una "pazza idea": portare i piccoli iscritti a questa sempre più apprezzata iniziativa a Palermo, il prossimo 23 maggio, per onorare la memoria di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le altre vittime delle stragi di mafia, ad un anno - tra l'altro - della cattura dell'ormai ex ricercato numero uno, Matteo Messina Denaro.

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L'invito ufficiale, esternato anche nel corso della cerimonia di chiusura della cinque giorni che ha visto per protagonisti ben 200 bambini dalla quarta elementare alla prima media, è arrivato da Alessandro De Lisi, curatore della Fondazione Falcone, già ospite di una delle serate proposte al campo, insieme a tante altre personalità e rappresentanti delle realtà del territorio che si sono alternati per offrire ai ragazzi non solo momenti di svago ma anche di riflessione.

Alessandro De Lisi

Il passaggio della stecca a Torre de' Busi

"Il valore della Patria e il valore della Memoria devono andare insieme con la responsabilità, il rispetto e la solidarietà sociale. La lotta alle mafie passa dall'unione delle forze migliori, più creative, le imprese, le istituzioni e le esperienze di volontariato. L'Italia deve tantissimo agli alpini, all'associazione nazionale alpini, agli alpini in servizi, a quelli in congedo, a chi non c'è più. Evidentemente in ogni grande calamità naturale loro sono i primi a partire e prestare soccorso. Lo stesso abbiamo visto nelle strade di Palermo con l'operazione Vespri siciliani subito dopo le stragi. Sono trent'anni che vediamo unite la Fondazione Falcone e il Corpo degli Alpini. Per noi è naturale lavorare insieme e costituire con i giovani, con le scuole e le famiglie, un nuovo modello di comunità responsabile" ci ha spiegato De Lisi, per motivare il perché vorrebbe nel capoluogo siculo le baby penne nere, da impegnare dunque in una "missione" fuori dai confini della Valle San Martino.

La proposta è lì, sul tavolo. Nel mentre stanno già viaggiando verso altra destinazione le tende che da mercoledì a domenica sono state "casa" per gli iscritti al Campo: come ricordato dal vicepresidente della sezione di Bergamo dell'ANA, sono ben 23 le proposte analoghe a quella messa a punto dei gruppi del calolziese che nel corso dell'estate, nel territorio orobico, vedono aderire la bellezza di 3 mila giovani. "Va investito sul futuro" il concetto ribadito al microfono da Remo Facchinetti, sulla scia anche dei messaggi di Carlo Malugani, delegato della Provincia di Lecco e del sindaco del comune ospitante Marco Ghezzi, anche a nome dei colleghi di Carenno, Erve, Monte Marenzo, Torre de' Busi e Vercurago. "I ragazzi - ha asserito il primo cittadino - quando vengono ben inquadrati sanno dare qualcosa di buono".

Pioggia di complimenti, dunque, per gli Alpini e per quanto realizzato a Rossino, con il supporto di tanti, a cominciare da chi ha messo a disposizione il terreno, chi ha allestito il Campo e chi vi ha lavorato, dai giovani "caporali" ai "veci", anche di altri gruppi arrivati a supporto.

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Sincero l'applauso chiesto invece dal coordinatore Stefano Casetto. Non ai suoi, abituati a lavorare nell'ombra, ma da parte dei genitori (presenti in massa al gran finale) ai loro figli. "Sono stati veramente bravi". E, aggiungiamo, hanno emozionato. Non solo nel proporre un loro arrangiamento di Romagna mia in onore proprio dell'esperienza vissuta, ma anche e soprattutto, quando le loro voci si sono unite a quelle dei "veri" Alpini nell'accogliere il Vessillo sezionale, all'ingresso nello schieramento sul piazza dell'oratorio; quando - mantenendo il passo sfilando in salita - hanno urlato con orgoglio, a più riprese, il nome della loro brigata; quando hanno fatto calare un silenzio surreale mentre il Coro Ana dell'Adda intonata Signore delle Cime al monumento ai Caduti dopo la Preghiera; quando ancora, arrivati sull'immenso pratone già ripulito delle tende, sono stramazzati a terra, felici di ricevere un bicchier d'acqua. Perché alla fine sono solo bambini. A cui però è stata data la possibilità di far qualcosa di grande.

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Alice Mandelli
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