Lecco-Foggia: nel pre-gara entusiamo da ambo i lati. 'Noi vogliamo la serie B'

C'è chi la segue da cinquant'anni - sì, dalla stagione in cui ancora giocava in Serie B - e chi invece, anche solo per ragioni anagrafiche, è "nel giro" da molto meno tempo. Oggi, però, il popolo bluceleste è solo uno, più unito che mai per spingere la Calcio Lecco 1912 a un traguardo storico, la promozione in cadetteria che manca dal 1973. Nel pomeriggio di oggi, prima del fischio d'inizio della finalissima dei playoff di Serie C contro il Foggia (alle 17.30 si riparte dal 2 a 1 a favore dei ragazzi di Luciano Foschi), le vie circostanti lo stadio Rigamonti-Ceppi brulicavano di maglie blucelesti e sciarpe con gli stessi colori "del cielo e del lago", ma soprattutto di un entusiasmo che non si sentiva da tempo immemore, quello di una città che respira il profumo di un sogno. "Io nel 1972 c'ero, ricordo ancora la formazione" ci ha confidato con grande emozione un tifoso di Oggiono.

"Quest'anno pensavo che ci saremmo salvati ai playout all'ultima giornata, e invece guardate dove siamo arrivati". Quasi incredulo anche Gigi Sala, calciatore del Lecco negli anni '80, che ha seguito la squadra da vicino anche negli ultimi tempi. "È una grande emozione essere qui oggi, per una passione che condivido anche con mio figlio", il suo commento. "Prevedo una partita molto tirata, ma penso che il Lecco, avendo due risultati su tre, possa farcela. L'importante è partire bene ma non andare subito all'attacco, poi speriamo che vada tutto bene, anche il caldo inciderà in maniera determinante". Nel frattempo, lungo via Papa Giovanni, davanti al bar Stadio, partivano i primi cori di incitamento alla squadra - tra cui quello, che ormai è diventato un mantra, che scandisce "Ogni volta che ti vedo, il mio cuore batte forte" - a scaldare ulteriormente un ambiente già carico di passione e adrenalina.






"Sono qui con tutta la mia famiglia", sono state le parole cariche di orgoglio di un altro tifoso, sulla cui maglia bluceleste campeggiavano la data di oggi e la scritta "Sempre pronti alla battaglia". Tra la folla, oltre agli ultras, anche tantissimi bambini con le loro famiglie, pronti a entrare allo stadio per godersi uno spettacolo unico. "Per loro è la prima volta" ha raccontato una mamma indicando i figli piccoli, con la speranza di godersi una giornata di sport e divertimento che definire storica, in questo caso, non è sicuramente un'esagerazione. Intorno alle 16.20, poi, ha preso il via il maxi corteo di tifosi diretto dal bar Stadio al Rigamonti-Ceppi.

Altro calore, tanto calore per urlare a gran voce un solo messaggio: "Noi vogliamo questa vittoria" e "Una squadra, una squadra, che ci porta in Serie B". Dall'altro lato, la marea dei tifosi foggiani prendeva progressivamente forma. Una marea rossonera tesa, molto tesa. Era forte il desiderio di rivincita dopo la partita di andata, pesantemente influenzata, secondo i pugliesi, dagli errori dell'arbitro. "Ieri siamo stati a Linate ad accogliere la squadra ed oggi ci aspettiamo solo una coda dai nostri beniamini, ovvero la vittoria" ci hanno raccontato in coro Alessio, Francesco e Pasquale, tre giovani pugliesi provenienti da Milano. I primi ad arrivare, infatti sono stati I foggiani residenti nel centro nord Italia. In pochi hanno voglia di parlare e chi si sbottona, rigorosamente a microfoni spenti, racconta della rabbia per l'arbitraggio dell'andata e del dispiacere per non poter entrare allo stadio, ritenuto troppo piccolo per una partita simile.

Ma a dominare è la voglia di spingere la propria squadra del cuore verso un risultato storico. Mentre arriva il pullman del Foggia, accolto dai cori dei tifosi assetati in via cantarelli, convergono notizie buone e cattive. Da un lato la presenza del comico Amadeo sugli spalti e dall'altro la notizia di un tifoso foggiano aggredito in centro. "Ci giochiamo la serie b che per noi è vita. È tutto. Forza foggia" ha gridato Antonio. Imponente lo schieramento di forze dell'ordine che ha accolto i tre pullman di tifosi pugliesi provenienti da Foggia. Un misto di entusiasmo e tensione si respirava nell'aria nell'attesa del fischio di inizio. Nel mentre all'interno dello stadio devono intervenire i vigili del fuoco per uno striscione pubblicitario intaccato dalle fiamme di un fumogeno. Sono fitti ma pacifici i colloqui tra i capi ultras e le forze di polizia.





L'obiettivo è quello di garantire l'ordine pubblico così che tutti possano godersi un bellissimo pomeriggio di sport. Alla fine, via Cantarelli viene chiusa. I tifosi rimasti fuori vengono indirizzati verso il maxischermo allestito alla Piccola. Tutto è pronto per il fischio di inizio nella speranza che alla fine della giornata il vero vincitore sia lo sport.

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B.P. - A.Bes.
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