Chiuso: la storia del Beato Serafino diventa una pièce teatrale
Nell'ambito del progetto "Circondati dalla Bellezza", di cui l’Associazione cultuale Madonna del Rosario (ACMR) è partner insieme a Cooperativa Eliante (che è il soggetto capofila) e l'Associazione Luce Nascosta l’ACMR propone uno spettacolo teatrale per raccontare al territorio una delle “bellezze” che lo caratterizzano a livello storico e culturale.
All'interno di questo progetto, infatti, ACMR ha realizzato e promuove uno spettacolo teatrale per il 250esimo anniversario dell'ordinazione del Beato Serafino Morazzone, a cui è dedicato anche il Museo di Chiuso. Il titolo della pièce è “Storia del Beato Serafino Morazzone, il Buon Curato” che sarà rappresentato sabato 1 luglio alle ore 20.45 e domenica 2 luglio alle ore 17.30 Chiesa di S. Giovanni Battista detta del Beato Serafino. Entrambe le rappresentazioni sono su ingresso a offerta libera fino ad esaurimento posti.
Il testo è di Giampiero Pizzol e sarà interpretato da Andrea Carabelli, Silvia Beretta, Elisabetta Conte e Anna Salerno. Gli autori si sono chiesti come «la storia di un semplice curato di montagna che ha dedicato la vita a Dio attraverso la carità a tutti coloro che incontrava. Una carità che sovveniva ai bisogni materiali e spirituali (una instancabile fede e la certezza della gioia del Paradiso lo spingeva ad avere a cuore l’anima di ogni persona). La forma è quella di una narrazione in versi e si avvale della preziosa collaborazione di tre cantanti che sostengono l’ascolto attraverso la rievocazione di alcuni canti ambrosiani che erano certamente la preghiera costante del nostro amato Beato Serafino», spiega Andrea Carabelli, che di “Storia del Beato Serafino Morazzone, il Buon Curato” è regista e interprete.Ma perché uno spettacolo sul Beato Serafino Morazzone? «Possiamo rispondere con le parole dell’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini in visita pastorale a Chiuso il 13 aprile 1956: “Oggi ci sono grandezze varie. La grandezza di don Serafino è stata di un altro genere, la sua è stata la grandezza della piccolezza, la grandezza evangelica”. Ci sembra bello far conoscere sempre di più, attraverso le emozioni del teatro, questa figura di sacerdote che ha raggiunto l’onore degli altari semplicemente vivendo appieno la sua vocazione umana in un paese povero di confine: proprio la sua piccolezza lo rende caro e vicino a tutti. Ai suoi contemporanei, che lo consideravano un santo già in vita, così come a quanti si avvicineranno oggi alla sua storia. Vogliamo dunque contribuire a realizzare l’auspicio di Alessandro Manzoni, che scriveva nella prima edizione del suo romanzo: “Ma dieci miglia lontano di là, il mondo non ne sapeva nulla, non lo sa, non lo saprà mai: e in questo momento io sento un rammarico di non possedere quella virtù che può tutto illustrare, di non poter dare uno splendore perpetuo di fama a queste parole: Prete Serafino Morazzone Curato di Chiuso», conclude Marta Civilini, responsabile del Museo del Beato Serafino Morazzone di Chiuso.