Vercurago: pensava di aver urtato un muretto, era un motociclista. Non ci fu omissione di soccorso, assolto
È stato assolto per non aver commesso il fatto L.P., l'uomo a bordo della vettura che l'11 luglio di due anni fa, nella notte della vittoria dell'Italia agli Europei di calcio, avrebbe tagliato la strada ed investito un motociclista a Vercurago, lasciandolo in stato di semi-incoscienza sull'asfalto. Si trovava a rispondere davanti al Tribunale di Lecco in composizione monocratica di omissione di soccorso.
“Ricordo che pioveva ed andavo piano. La macchina davanti a me ha frenato di colpo ed ha svoltato a sinistra, tagliandomi la strada” aveva raccontato la vittima del sinistro (un marocchino, classe 1998, residente a Calolziocorte, costituitosi parte civile in questo processo) nel corso della scorsa udienza. “Non so come mi sono ritrovato con le gambe sotto il muso della macchina”.
Il 25enne aveva spiegato di essersi appigliato con le braccia al cofano della vettura, che nel frattempo avanzava nella sua marcia. “Picchiavo con i pugni e urlavo per farmi sentire, finché il guidatore deve essersi accorto di me perché ha messo la retromarcia e quando mi sono staccato è scappato”. Ci ha pensato un passante a chiamare i soccorsi ed assistere il motociclista ferito, che dal sinistro ha rimediato 10 giorni di prognosi ed importanti lesioni alle gambe: “per due mesi non sono riuscito a camminare”.
Quest'oggi, dichiarata conclusa l'istruttoria dibattimentale, il vpo Mattia Mascaro si è espresso per la penale responsabilità dell'imputato, per cui ha chiesto una condanna pari a 9 mesi reclusione. Una richiesta cui si è associata anche l'avvocato di parte civile, mentre il difensore Rachele Bonacina del foro di Lecco si è battuta per l'assoluzione con formula piena per il proprio assistito, che sul momento non si sarebbe reso conto di aver colpito il ciclomotore, ma si sarebbe convinto di aver urtato un muretto. Assoluzione, dunque, il verdetto del Tribunale.
“Ricordo che pioveva ed andavo piano. La macchina davanti a me ha frenato di colpo ed ha svoltato a sinistra, tagliandomi la strada” aveva raccontato la vittima del sinistro (un marocchino, classe 1998, residente a Calolziocorte, costituitosi parte civile in questo processo) nel corso della scorsa udienza. “Non so come mi sono ritrovato con le gambe sotto il muso della macchina”.
Il 25enne aveva spiegato di essersi appigliato con le braccia al cofano della vettura, che nel frattempo avanzava nella sua marcia. “Picchiavo con i pugni e urlavo per farmi sentire, finché il guidatore deve essersi accorto di me perché ha messo la retromarcia e quando mi sono staccato è scappato”. Ci ha pensato un passante a chiamare i soccorsi ed assistere il motociclista ferito, che dal sinistro ha rimediato 10 giorni di prognosi ed importanti lesioni alle gambe: “per due mesi non sono riuscito a camminare”.
Quest'oggi, dichiarata conclusa l'istruttoria dibattimentale, il vpo Mattia Mascaro si è espresso per la penale responsabilità dell'imputato, per cui ha chiesto una condanna pari a 9 mesi reclusione. Una richiesta cui si è associata anche l'avvocato di parte civile, mentre il difensore Rachele Bonacina del foro di Lecco si è battuta per l'assoluzione con formula piena per il proprio assistito, che sul momento non si sarebbe reso conto di aver colpito il ciclomotore, ma si sarebbe convinto di aver urtato un muretto. Assoluzione, dunque, il verdetto del Tribunale.
F.F.