Introbio: 'aperta' una via ferrata in ricordo di Ezio Artusi. Nuova gestione per la Casa delle Guide
È nell’affascinante contesto immerso nel verde lungo la riva del Pioverna, in località Cantaliberti a Introbio, che questa mattina il team di “Mountain Dream Guide” ha presentato ufficialmente la sua nuova gestione della Casa delle Guide - vero centro di riferimento per l’arrampicata e la montagna in Valsassina - oltre alla via ferrata “aperta” da poco e dedicata all’alpinista e soccorritore introbiese Ezio Artusi (scomparso prematuramente nel 2018 in un incidente in Grigna).
Con i raggi del sole ad illuminare la storica “placca”, ad aprire la cerimonia è stato don Lucio Galbiati, il quale ha voluto sottolineare l’importanza di “avvicinarsi alla montagna in modo sicuro e consapevole”, impartendo in seguito la benedizione alla ferrata e alla Casa delle Guide, per ricordare "come la bellezza unita all’intelligenza sappia creare delle cose straordinarie". “L'arrampicata e la montagna sono in grado di esaltare le nostre capacità e di mostrare lo splendore della natura” ha affermato il sacerdote.
Alessandro Spada
Andrea Carì
Al microfono don Lucio Galbiati
Al microfono il vice sindaco Fabio Brini
Dopo di lui, il vice sindaco di Introbio Fabio Brini ha voluto descrivere la desolazione che affliggeva la placca condor e la Casa delle Guide solo pochi anni fa, nel 2019-2020, quando il Comune decise di lanciare un bando per chiedere di ridare vita a un luogo dal grande valore sportivo, paesaggistico e storico. “Volevamo che qualcuno mettesse il cuore in questo progetto. Ed è ciò che questi ragazzi hanno fatto" ha affermato, ricordando le numerose iniziative portate avanti da Mountain Dream Guide negli ultimi anni, che hanno permesso di ridare lustro alla zona e a un'istituzione storica come la Casa delle Guide.
Alessandro Spada, capostazione del Soccorso alpino e speleologico della Valsassina – Valvarrone, ha invece esordito sottolineando la straordinaria sinergia che lega le guide della Valsassina e il CNSAS, essendo tutti i membri di Mountain Dream Guide soccorritori nel Corpo. Ha ribadito poi “l'orgoglio di tutta la valle di avere enti, associazioni e istituzioni che funzionano realmente e che collaborano attivamente”. “Ezio Artusi era l'esempio di come fosse possibile unire più realtà" ha concluso.
Moglie e figli di Ezio Artusi ai piedi della ferrata
È stato invece Andrea Carì, membro di Mountain Dream Guide, a raccontare qualcosa del gruppo, che include anche “Tita” Gianola, Adriano Selva, Eugenio Galbani e Stefano Pizzagalli. “È qualche anno che lavoriamo per rilanciare questo luogo e più in generale l’arrampicata nel territorio valsassinese” ha esordito, sottolineando come si tratti di “uno sport in grado di muovere una vera e propria economia alternativa, considerato anche che la Valsassina è già molto conosciuta, oltre che facilmente raggiungibile”. “Nel concreto, abbiamo organizzato numerosi corsi e iniziative, mentre per quanto riguarda la placca condor, oltre alla nuova via, il gruppo di Mountain Dream Guide ha arricchito e ripristinato le altre già presenti” ha aggiunto.
"Abbiamo deciso di dedicare la nuova ferrata ad Ezio, che per me è stato uno dei primi grandi esempi come arrampicatore e soccorritore, ma anche come persona, in Valsassina. È un modo per chiudere un cerchio. Lo scopo di questa via è quello di far avvicinare i ragazzi al mondo del verticale e della roccia, guardando poi verso l'alpinismo più in generale” ha spiegato ancora Carì. "È in parte paradossale che in Valsassina - la valle dei sassi – dove sono numerosissime le opportunità di arrampicare ed esplorare questo mondo, siano veramente in pochi quelli che sanno utilizzare appigli e moschettoni, soprattutto tra i più giovani. Proponendo questo approccio step by step cerchiamo di rilanciare uno sport così bello e carico di significati” ha ribadito nuovamente.
A seguire, una necessaria parentesi sulla storia del luogo, che, a partire dagli anni 1970, don Agostino Butturini trasformò da cava abbandonata in un centro dove educare i ragazzi e dove stare insieme grazie all'arrampicata. Pietro Corti, uno degli “allievi”, ha narrato le vicende del gruppo sorto dall’opera del sacerdote, il Condor, pensato per unire i giovani e far avvicinare tutti alla natura e allo sport. "Sono tantissime le amicizie profonde nate intorno alla placca" ha dichiarato. In più, Corti ha sottolineato come l’arrampicata sia un fenomeno di grandissima rilevanza non solo sportiva, ma anche sociale, dichiarando che "vi sono davvero pochi centri come questo in Lombardia". Al gruppo Condor è stato dedicato un piccolo museo all’interno della Casa delle Guide, che ne narra le gesta più significative.
A.Te.