Sabato il terzo Lecco Pride (patrocinato dal Comune) al grido di 'Identità, parità e libertà', pensando ai giovani

I giovani e il loro futuro al centro dell’attenzione alla terza edizione di Lecco Pride, la manifestazione che ormai vuole andare oltre la rivendicazione dei diritti per la comunità “lgbt” ma coinvolgere tutte quelle componenti della società che in una maniera o l’altra sono costrette a subire discriminazioni o limitazioni di qualsiasi tipo.
Sempre organizzato dall’associazione “Renzo e Lucio”, l’appuntamento di quest’anno conta sull’adesione di alcune associazioni (Arci, Anpi, Unione degli studenti, Emergency) e il patrocinio di venti amministrazioni comunali della provincia e del Politecnico.

L’iniziativa – in calendario sabato prossimo, 10 giugno, è stata presentata nel corso di una conferenza stampa tenutasi al circolo “Libero Pensiero” di Rancio alla quale sono intervenuti Mauro Pirovano, Paola Galbusera e Alessia Maggi per l’associazione “Renzo e Lucio”, l’assessore Renata Zuffi a testimoniare il sostegno del Comune, Giulia Tenderini in rappresentanza dell’Unione degli studenti e Patrizia Milani per l’Anpi lecchese.

Il programma della giornata di sabato prevede il ritrovo alle 15 davanti al Politecnico in via Ghislanzoni da dove partirà poi la parata che attraverserà il centro cittadino (via Amendola, via Digione, viale Dante, lungolago, via Parini e via Cavour) per confluire in piazza Garibaldi verso le 16,45 per la manifestazione finale con musica e interventi. Tra i quali vi saranno quelli di rappresentanti dell’Unione degli studenti e di “Friday for future” (la mobilitazione mondiale di protesta per i cambiamenti climatici), proprio per sottolineare la necessità che la politica e il mondo degli adulti presti finalmente attenzione alle istanze provenienti dalle ultime generazioni che troppo spesso rimangono inascoltate.
A collaborare con l’organizzazione anche il collettivo artistico “Teste d’Idra” e il centro “Artimedia” per l’allestimento del palco e le scenografie, mentre dal punto di vista musicale sarà presente anche in questa edizione il coro della scuola media “Stoppani”.
In piazza – ha anticipato Galbusera – vi sarà anche un gazebo dove sarà possibile sottoporsi a test gratuiti per l’hiv, la sifilide o l’epatite.

Mauro Pirovano, Paola Galbusera e Alessia Maggi

 

«Il “Pride” – ha aggiunto Maggi – deve essere di tutti e per tutti» ed è proprio per questa che sarà riservata una particolare attenzione anche ai disabili.
Il manifesto politico del raduno è stato poi presentato da Mauro Pirovano: «Il motto è stato preso dalle donne che lottano in Iran e questo per ricordare che la loro battaglia continua ancora. Identità, parità e libertà sono dunque le parole d’ordine. Sul fronte dell’identità, la società deve imparare sempre di più a valorizzare le singole identità delle persone che non vanno catalogate ma debbono avere la possibilità di esprimersi. E sull’identità di genere, per esempio, ci sono cose molto semplici che si possono fare anche sul nostro territorio. A cominciare dalla scuola, dando ai giovani la possibilità di raccontarsi. Sulla parità di genere va detto che non è un tema nell’agenda della politica. Non guardiamo solo al problema della violenza. E parità vuole dire eguaglianza e, sotto questo punto di vista, siamo preoccupati delle iniziative del governo che mette a rischio i diritti dei bambini delle famiglie arcobaleno. Quelli che gridavano “giù le mani dai nostri bambini” in occasione delle manifestazioni contro una fantomatica politica di un fantomatico “gender” sono coloro che ora stanno mettendo le mani sui nostri bambini. E se si parla di gestazione per altri, questa riguarda al 70% le coppie eterosessuali. E’ necessaria una legislazione a tutela di tutti, ma lo Stato non deve determinare le regole di una famiglia uguale per tutti. A proposito di libertà, bisogna poter costruire la propria famiglia come si vuole e avere tutti i supporti necessari, ma libertà deve esserci anche per le persone costrette all’esilio dai loro Paesi mentre ora si approvano norme disumane per i migranti».
Infine, la Costituzione: «E’ un punto di riferimento – ha detto Pirovano - Da lì non ci muove».
E proprio all’articolo 3 della Costituzione («Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge...») ha fatto riferimento Milani nel suo intervento ricordando come ancora e anche in molte parti dell’Europa esistano forme di discriminazione, rilevando come questo sia il momento di lavorare tutti assieme.
Tenderini ha invece rivendicato la necessità di spazi in cui ci si possa esprimere senza paura di giudizi o violenze e indicando nell’ “intersezionalità” e nel transfemminismo le linee guida per poter autodeterminarsi in libertà.


Renata Zuffi

Da parte sua, l’assessore Zuffi ha rilevato come il patrocinio del Comune a questa manifestazione sia importante: «I patrocini alcune volte sono dovuti e altre sono scelte di campo e questa lo è». Perché il Pride presta attenzione a tutte le diversità, alle nuove famiglie che non sono solo quelle arcobaleno ma anche semplicemente quelle adottive costrette a loro volte ad affrontare calvari burocratici: «Il Pride – le parole dell’assessore – parla di inclusione. Ma forse la parola inclusione non basta più. C’è bisogno di un passo in più: parlare di convivenza. E quindi di pace. I cui colori sono poi quelli del “Pride”. E dunque un’amministrazione comunale che deve rispondere a tutti non può che aderire a questa manifestazione anche pensando ai giovani perché la festa del “Pride” sa parlare ai ragazzi e può farli uscire dall’isolamento in cui si sono ritrovati nel periodo post-covid».


Documento politico Lecco Pride 2023

IDENTITÀ PARITÀ LIBERTÀ

Insieme in piazza

Al Lecco Pride scendono insieme in piazza persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans*, Queer, Intersex, Asessuali e Pansessuali unite a persone Eterosessuali. Insieme vogliamo manifestare per rivendicare e costruire una società che rispetti ogni identità, senza escludere nessun*, e che sappia garantire ad ogni persona parità e libertà.

Abbiamo scelto di esserci con un motto di tre parole fondamentali per ricordare la battaglia delle persone in Iran di cui condividiamo e sosteniamo la lotta “Donne Vita Libertà”.

Non manifestiamo solo per i nostri diritti, ma per sostenere ogni persona che, vicina o lontana da noi, vive difficoltà economiche e sociali causate da un sistema socio-economico in cui pochi si arricchiscono a dismisura e molt*, sempre più, si trovano in povertà e faticano a vivere.

Insieme chiediamo con forza di salvaguardare l'ambiente, promuovendo politiche ecosostenibili e pratiche ecologiche che contribuiscano a preservare la natura fin da subito, per le generazioni future ma anche già per il presente, in cui le catastrofi causate dal cambiamento climatico sono ormai all'ordine del giorno.

Non ci può essere giustizia sociale, né di qualsiasi altro tipo, senza giustizia ambientale: abbiamo bisogno di abitare un pianeta ospitale, in cui ci siano innanzitutto risorse primarie equidistribuite per tutt*, e spetta a noi renderlo tale. Limitare i danni che abbiamo causato con la cultura del consumo è fondamentale per garantire un mondo più equo, inclusivo, accogliente e vivibile per tutt*.

Allo stesso tempo, non ci può essere giustizia senza un mondo di pace, in cui tutti i popoli abbiano diritto alla propria libertà ed autodeterminazione, superando una divisione del pianeta tra poche superpotenze.

 

IDENTITÀ

Tutte le identità devono essere tutelate. Non vogliamo più un Paese in cui le persone, a causa della loro identità sessuale o del loro orientamento vengano ancora cacciate di casa, licenziate, picchiate, uccise.

Ad oggi perdiamo ancora il lavoro o non lo otteniamo proprio a causa della nostra identità di genere. Veniamo cacciat* dalle toilette perché è stato deciso da qualcuno che non le possiamo usare, non votiamo perché nei seggi dobbiamo per forza identificarci in un genere che non ci rispecchia. Questi sono solo esempi di come la nostra libertà sia quotidianamente limitata per scelte altrui.

Le istituzioni possono avere un compito importante nel garantire pari diritti e dignità ad ogni identità: chiediamo a tutti i Comuni del territorio lecchese di dotarsi di un “registro di genere”, simile a quello approvato dal Comune di Milano, che tuteli le persone trans*.

 

PARITÀ

Viviamo ancora in una società ingiusta, che non riesce, o a volte non vuole, trovare un’alternativa equa e reale al sistema capitalista che persegue solo il profitto di poch* e schiaccia diritti, ambiente, dignità di tropp*. Una società fondata sulla cultura della prepotenza, che crea disparità, ingiustizie, precarietà, povertà e che vuole spingerci ad essere gli un* contro gli altr*, in nome di un’etnia, un privilegio sociale, una nazionalità, un genere.

Vogliamo essere con i* giovani, a cui spesso si vuole togliere il futuro consegnando loro un ambiente rovinato e distrutto, un lavoro incerto e precario, una società che premia solo il merito o il nepotismo e che schiaccia od emargina chi fa più fatica.

Vogliamo piena parità per tutte le donne. Non accettiamo il ruolo a cui l'attuale politica le vuole relegare, degne solo se madri, trattate in maniera impari e violenta in diversi ambiti: ad esempio nell’accesso al lavoro e alle cure mediche, nella retribuzione, nella non validazione in quanto professioniste.

Vogliamo che ogni persona si possa sentire al sicuro sempre: sia quando cammina per strada o prende un treno, sia quando si trova sul posto di lavoro o in famiglia.

La parità passa anche attraverso una sanità pubblica, universale e con eguali prestazioni su tutto il territorio nazionale, che è la sola condizione per assicurare eguali diritti a tutt*, e anche l'unica via per garantire percorsi di transizione di genere in un contesto di attenzione e cura sia dei bisogni fisici che psicologici.

Siamo insieme alle organizzazioni sindacali, per assicurare il rispetto del diritto ad una piena occupazione, ad una giusta retribuzione, alla sicurezza sul lavoro ed al superamento di ogni discriminazione di genere.

 

LIBERTÀ

Ogni persona ha il diritto di autodeterminarsi e vivere la forma della propria famiglia. Lo Stato non deve sindacare sui bisogni di maternità e paternità delle persone, ma deve solo garantire a loro ed ai* loro figli* tutti i diritti che servono affinché siano seren* ed abbiano uguale trattamento in ogni ambito.

Condanniamo con forza le scelte di questo governo che nega i diritti ai* nostr* figli* e alle nostre famiglie. Chiediamo, invece, leggi che tutelino i diritti delle famiglie omogenitoriali e che riconoscano all’anagrafe entrambi i genitori immediatamente, senza dover far ricorso a tribunali.

Condanniamo, allo stesso tempo, il tentativo di penalizzare qualsiasi famiglia-persona ritenuta non conforme. Le attuali politiche puntano a creare un unico modello di nucleo valido, formato da donna e uomo uniti in un matrimonio tradizionale e con più figli. Una politica dove ogni persona che esce da questo schema non viene riconosciuta ma viene esclusa e marginalizzata aumentandone la condizione di povertà. Ci riferiamo, ad esempio,  a persone single o non conviventi, coppie non sposate, senza figli o non eterosessuali, famiglie allargate o separate.

Le persone devono essere libere di vivere e muoversi dove vogliono, ancor di più se nei propri Paesi d’origine non hanno prospettive di vita e garanzia di essere libere. Tant* italian* sono costrett* ad andare in altri Paesi, perché qui non hanno futuro. Mentre chiudiamo gli occhi su questa realtà, continuiamo ad impedire ad altre persone di cercare nel nostro Paese nuove prospettive di vita.

Siamo fortemente contrari* alla politica di questo Governo che perseguita persone migranti, non garantisce la loro sicurezza, le rinchiude in centri di accoglienza che a volte non rispettano i diritti umani, e che ha tolto loro anche le protezioni speciali. Fra di esse ci sono persone perseguitate per il proprio orientamento sessuale e identità, vittime di tratta e di violenza di genere. Negare loro l’ingresso in Italia e le necessarie tutele è disumano ed omicida.

Vogliamo una scuola libera e tutelante. Ogni student* deve poter avere la totale possibilità di esprimere se stess*. Per questo chiediamo agli istituti scolastici del territorio l’inserimento delle carriere Alias: questi profili burocratici permettono alle soggettività trans e non binarie di essere chiamate col proprio nome scelto, senza necessità di un’approvazione medica rispetto alla loro situazione. L’ambiente scolastico deve essere attraversabile anche da chi non rientra o non si riconosce nella logica binaria maschio/femmina.

Chiediamo una scuola libera da preconcetti e capace di dare strumenti adeguati di formazione anche sul fronte della cura, del consenso, del piacere, dell’affettività e dell’educazione sessuale. Non trattare nella giusta modalità questi argomenti nelle scuole è una grave lacuna che impedisce la formazione di ogni individualità.

La scuola deve essere un’opportunità per tutt* perchè è attraverso il sapere che ci si può davvero autodeterminare. Non sosteniamo progetti meritocratici o precostruiti in funzione di una società capitalista che distingue carriere più valide o meno valide e non sa garantire diritto allo studio e parità educativa. Condanniamo il governo perchè, anche dopo tragici eventi accaduti durante l’alternanza scuola lavoro, si è limitato a istituire un fondo per risarcire le famiglie piuttosto che investire per riformare strutturalmente l’ambiente precario in cui * student* vengono introdotti.

È necessario un percorso di istruzione e formazione di vera qualità, unitario su tutto il territorio nazionale, volto al dialogo, accogliente e criticamente stimolante, fondamentale nella costruzione partecipata di una società equa e della realizzazione personale, nonchè del presente e futuro di tutt*. Il sapere deve essere libero, accessibile e trasformativo o è solo nozione.

Non ci può essere libertà e parità se non richiamando i valori dell'antifascismo e, conseguentemente, dell'antirazzismo, che costituiscono il fondamento della nostra Costituzione: ancor più in un momento in cui si cerca di riabilitare un periodo storico, quello del ventennio, in cui la dittatura si è caratterizzata sin dall'inizio proprio dalla discriminazione e dalla violenza contro antifascist*, ebre*, zingar*, omosessuali, malat* psichiatric* e disabili.

I valori di Identità, Parità e Libertà sono per noi fondamentali e per questo motivo scendiamo in piazza.

 

I VOLONTARI DEL LECCO PRIDE con il contributo delle associazioni Anci Lecco , Arci Lecco Sondrio, Emergency Lecco, Unione degli Studenti Lecco


D.C.
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