Dopo “I promessi sposi di Corenno”, un romanzo storico ambientato sulle rive del lago di Lecco verso la fine del '300, lo scrittore Roberto Pozzi è tornato con un nuovo libro. “Quattro piante raccontano la vita rurale del Lario. La storia di vite, olivo, castagno e gelso” è la nuova opera letteraria dell'autore, ex insegnate in alcune scuole del lecchese. Nel testo, in libreria da qualche mese, gli alberi citati nel titolo, parlano in prima persona delle loro origini e come hanno accompagnato gli esseri umani durante il loro lungo cammino fino ad arrivare a noi. Sfogliando le pagine si apprende che la prima a comparire è stata la vite, presente in Lombardia fin dal 190 a.C. con i romani, per passare all'albero dell'olivo e poi al castagno. Quest'ultimo nominato nel Medioevo come “l'albero del pane”, alimento base della dieta contadina e riscoperto ora grazie al rilancio della sua sempre più richiesta farina, diventata prodotto gourmet con mille destinazioni in cucina e da cui si ricava anche la birra. Alla fine per chiudere c'è il gelso, arrivato dal lontano Oriente nel Cinquecento, è diventato fin da subito uno dei gioielli della nostra economia. L’importanza che veniva data, a questa coltivazione, era ovviamente merito del suo risultato finale cioè la seta, uno dei tessuti più raffinati e costosi. Ora però le filande sono diventate musei e i setifici si trovano solo in provincia di Como, dove non si produce ma si lavora la preziosa stoffa. Il libro di Roberto Pozzi, edito da Bellavite, non possiede un taglio botanico, ma contiene poesie, leggende, storie della Bibbia dove si può scoprire e imparare qualcosa in più su queste nostrane e comuni piante. Del resto Vino, olio, castagne e bachi di seta hanno significato in passato il sostentamento per la vita comunitaria e rurale, per i riti cristiani, per le tradizioni religiose e per l'economia.
S.A.T.