Lecco: prorogata la mostra Futuristi

A seguito dell’ottimo riscontro di pubblico, la mostra FUTURISTI. Una generazione all’avanguardia, allestita al Palazzo delle Paure a Lecco, è stata prorogata fino al 2 luglio 2023.
FUTURISTI. Una generazione all’avanguardia, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese, travel partner Trenord, si concentra sull’esperienza futurista, nelle sue molteplici espressioni, attraverso le opere dei suoi più celebri rappresentanti, da Giacomo Balla a Luigi Russolo, da Gino Severini a Enrico Prampolini, da Filippo Tommaso Marinetti ad Antonio Sant’Elia, da Fortunato Depero a Tullio Crali, a molti altri ancora.
“Una mostra che ha avuto grande successo all’interno della programmazione delle esposizioni promosse da VIDI in collaborazione con l’Amministrazione comunale. – commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Lecco Simona Piazza - Per questo, in accordo con la società, abbiamo deciso di prorogarla fino al 2 luglio, per permettere alle tante persone interessate di poterla visitare. Tra l’altro, l’esposizione si arricchisce anche di un quadro di Munari, sempre appartenente all’epoca dei futuristi.  Ci auguriamo che Palazzo delle Paure con il suo programma espositivo, che ormai è di rilevanza nazionale, possa continuare a raggiungere numeri importanti come sta accadendo ora grazie alla mostra sul Futurismo”.
L’iniziativa, che racconta, nelle sue diverse declinazioni, uno dei movimenti d’avanguardia più importanti d’Europa, nato e sviluppatosi in Italia, e i suoi rapporti con la scena europea e con la società italiana del tempo, è il secondo dei cinque appuntamenti di Percorsi nel Novecento, programma ideato dalla Direzione del Sistema Museale Urbano Lecchese e affidato per la sua progettazione e realizzazione a ViDi Cultural che, fino a novembre 2024, analizzeranno la scena culturale italiana nelle prime sei decadi del XX secolo.
Il percorso espositivo si è arricchito di una nuova opera. Si tratta di Mistero Cosmico (1933), un olio su cartone di Bruno Munari, che testimonia il profondo legame e il debito che l’artista ha avuto nei confronti di Prampolini e del Futurismo.
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