Valmadrera: presentate le proposte degli studenti del Poli per l’ex Mulino Valsecchi

“Questa università forma gli ingegneri migliori ma vuole anche arricchire il territorio in cui si trova”. Con queste parole, piene di soddisfazione, Antonio Rusconi, sindaco di Valmadrera, ha aperto l’incontro, svoltosi mercoledì pomeriggio nella sede lecchese del Politecnico di Milano, in cui sono stati presentate cinque idee per il futuro dell’ex mulino Valsecchi.

Antonio Rusconi

Elisabetta Rosina

Di fronte al primo cittadino, non a caso, erano seduti gli autori di quelle idee, ovvero i trentacinque studenti del laboratorio di restauro conservativo della professoressa Alessia Silvetti. “Ritornando a fare il sindaco vent’anni dopo, ho cercato di prendermi cura dei monumenti e della storia della comunità di Valmadrera. Riuscire a conservare almeno uno dei tre mulini un tempo esistenti in quella via, rendendolo un patrimonio di tutti, è molto importante” ha sottolineato Rusconi prima di lasciare la parola proprio alla professoressa. Assieme ad Annalisa Silvetti hanno collaborato allo sviluppo del progetto la professoressa Elisabetta Rosina, responsabile della parte teorica del corso di restauro conservativo, e le architette Chiara Bonaiti e Luisa Valsecchi, due tutor del laboratorio.

Annalisa Silvetti

Alberto Invernizzi e Katuscia Vassena

“I ragazzi hanno lavorato per sei mesi. Ognuno dei cinque progetti da loro prodotti riesce a valorizzare il mulino in modo concreto rispettando la storia dell’edificio” ha evidenziato la professoressa Silvetti. Hanno preso dunque la parola gli studenti, tutti iscritti al quarto anno del corso di laurea di ingegneria edile e architettura. Il primo gruppo ha esposto per sommi capi la storia della comunità di Valmadrera e del mulino, passaggio fondamentale per poter poi costruire un efficace progetto di restauro. È quindi emerso che l’ex mulino Valsecchi era la seconda di tre strutture costruite vicino al Rio Torto nel 1749. La filanda dei Gavazzi, per capirsi, fu aperta nel 1772.

Con la costruzione della ferrovia, avvenuta negli anni Ottanta dell’Ottocento, il mulino ha avviato rapporti commerciali internazionali: uno degli studenti, infatti, ha raccontato di documenti che provano un acquisto di grano australiano. Fino al secondo dopoguerra, quelle strutture mantennero un ruolo molto importante in un’economia locale a forte impronta agricola. Con il boom economico e lo sviluppo dell’industria, però, essi furono definitivamente abbandonati. Come ridare vita a un edificio così carico di storia? Prima di sviluppare le loro idee, i futuri ingegneri hanno raccolto un grande quantitativo di informazioni sulla struttura nel corso di vari sopralluoghi. Come ricordato dalla professoressa Rosina, in questo quadro è stata molto utile la collaborazione di altri laboratori dell’ateneo, tra cui quello dell’ingegner Fabrizio Roncoroni, il quale ha messo a disposizione lo strumento per il laser scanning.

Terminata l’illustrazione della storia e della metodologia di lavoro, si è passati più nel dettaglio alla presentazione delle cinque idee. Tra gli studenti si respirava un’evidente emozione. Il parere di Antonio Rusconi, Cesare Colombo, Katuscia Vassena, Anna Schellino e Alberto Invernizzi, infatti, hanno assegnato ad ogni progetto un punteggio che le docenti terranno in considerazione in fase di valutazione.
La proposta che più ha convinto i rappresentanti del comune di Valmadrera si intitola “Mulino Collettivo” e il suo elemento distintivo è l’utilizzo di parte degli spazi più moderni del mulino per degli alloggi da affittare a prezzo agevolato a massimo otto studenti del Politecnico in cambio di un loro aiuto nella gestione della struttura.

Il progetto che ha ottenuto il secondo voto più alto è stato “Valmulè”. Ispirandosi a PizzaAut, in particolare, i suoi autori hanno ipotizzato di rimettere in funzione il mulino di modo da produrre la farina necessaria ad alimentare, assieme ad un nuovo orto terrazzato, un ristorante in grado di offrire opportunità di lavoro anche a persone con esigenze specifiche. Anche l’idea arrivata terza, intitolata Pizza Mill, prevede di istituire nella zona più moderna un ristorante alimentato dalla farina prodotta dal mulino e da un orto verticale. Dall’altro lato, nella zona più antica, dovrebbero essere creati degli spazi da destinare ad attività educative per i ragazzi. “L’idea del ristorante non mi convince fino in fondo. Penso che nell’edificio più antico bisognerebbe creare un museo. Sono invece d’accordo sul rimettere in funzione i macchinari di produzione della farina” ha commentato Lorenzo Vassena. Da quasi dieci anni, assieme ad un gruppo di amici, lo storico volontario valmadrerese si occupa di tenere pulito il mulino.

Lorenzo Vassena

Al di là di qualche differenza sulla destinazione d’uso degli spazi, tutti i progetti, è bene ricordarlo, prevedono di intervenire quanto meno possibile sulla struttura, valorizzando l’esistente, e sono improntanti all’efficientamento energetico.
Alla fine della presentazione, il sindaco ha ringraziato personalmente tutti gli studenti. “Nel vedere alcuni dei vostri lavori mi sono veramente meravigliato. Sono stupito per la ricchezza delle idee e per il vostro impegno” ha aggiunto Rusconi. “Vogliamo diffondere questi lavori tra i cittadini di Valmadrera, sia sui social sia attraverso una presentazione pubblica. Organizzerò anche una riunione con assessori e tecnici per capire se qualcuna di queste idee può essere davvero realizzata”.

L’amministrazione comunale, comunque, ha già avviato l’iter per un primo intervento sulla struttura del mulino, al piano terra. “Si tratta di un lavoro da 240mila euro: 100mila da Gal 4 parchi e il resto con avanzo di amministrazione. Il progetto esecutivo è già pronto, stiamo attendendo l’okay della sovraintendenza per avviare la gara” ha proseguito Rusconi. “Entro la fine dell’anno da un lato inizierà questo intervento e dall’altro finanziamo un secondo progetto. Esso varrà 250/300mila euro e prevede la sistemazione della copertura della sala ex fienile, immediatamente sopra all’area interessata dal primo intervento”. Infine, la chiosa: “C’è poi il restauro dell’intera struttura più antica ma qui stiamo parlando di qualche milione di euro. Ci penserà chi vincerà le elezioni se lo riterrà un intervento strategico”.
A.Bes.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.