Omicidio di Sogno: a luglio in Aula si discute la richiesta di revisione della sentenza

Roberto Guzzetti e Maria Adeodata Losa
L'11 luglio si tornerà - "ufficialmente" aggiunge l'avvocato Luca Del Bue del Foro di Bergamo - a parlare, in un'Aula di Tribunale, dell'omicidio di Sogno e dunque della tragica fine della pensionata Maria Adeodata Losa, freddata con una serie di coltellate nel giugno del 2016 nella propria abitazione. L'istanza di revisione della sentenza di condanna in capo a Roberto Guzzetti depositata dal legale - subentrato al precedente pool difensivo a bocce ferme - ha superato infatti il primo vaglio e, ritenuta ammissibile, è stata dunque fissata l'udienza dibattimentale al cospetto dei giudici della prima sezione penale della Corte d'Appello di Brescia.
Prosegue quindi - in soldoni - l'iter avviato dal legale del lecchese per far riaprire un caso considerato chiuso dopo la pronuncia della Cassazione e il passaggio in giudicato della pronuncia della Corte d'Assise d'Appello di Milano che ha condannato il 66enne a 22 anni di carcere, riconoscendo un lieve sconto rispetto ai 24 originariamente stabiliti in primo grado.
Il decreto di citazione è stato è stato notificato quest'oggi all'avvocato Del Bue - "sono molto, molto, contento" - come pure ai legali delle parti civili Luca Losa ("subentrato" a Leonilda, la sorella maggiore della vittima, presente in casa al momento dell'assassinio ma impossibilita a alzarsi dal letto, nel frattempo deceduta) e Cristina Bonacina (la nipote che trovò il cadavere dell'anziana torrebusina).
Il difensore avrà dunque modo di illustrare le “prove nuove” su cui si basa la richiesta depositata nell'interesse di Guzzetti, a tutt'oggi detenuto presso la Casa di reclusione di Bollate. “Abbiamo individuato due contesti non adeguatamente approfonditi" - ci aveva spiegato al momento della presentazione dell'istanza. "Il primo riguarda i rapporti prettamente bancari e dunque la gestione – e la movimentazione – del conto corrente della vittima nonché la presenza di polizze vita intestate a Maria Adeodata Losa, sulle quali non è stata fatta alcuna attività. Il secondo, i rapporti per la gestione di un vecchio immobile confinante con la casa delle due sorelle. Un motivo di acredine ben più accesa rispetto alle questione di vicinato brevemente portate all'attenzione della Corte” aveva argomentato ancora il legale bergamasco, facendo accenno anche a presunti crediti vantati da soggetti coinvolti nella questione immobiliare.
In udienza si conoscerà anche la posizione della Procura Generale. Convinta, in Corte d'Assise a Como, la requisitoria del sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare, da principio del fascicolo, arrivato a chiedere l'ergastolo per Guzzetti.

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