PAROLE CHE PARLANO/126

Autoritario e autorevole


Abbiamo tutti la certezza e la percezione, dovuta all'uso, che i due termini non sono per niente sinonimi, anche se possiamo definirli parenti stretti, cugini, derivando entrambi dalla parola autore. Questi è l'auctor latino che, a sua volta, si origina dal verbo augere, far crescere o, se vogliamo, fare esistere qualcosa che prima non c'era.
Prima di arrivare ai due vocaboli, è però necessario compiere un altro passaggio attraverso la parola autorità, che riferiamo a coloro che sono tenuti in alta considerazione, ritenuti prestigiosi in ogni ambito, da quello culturale a quello sociale o politico. Tuttavia, quando un'autorità usa il suo potere attraverso l'imposizione della propria volontà, perché ritenuta più giusta o peggio per prevaricazione, si trasforma in autoritaria. Autoritario, pertanto, è un governo impositivo e totalitario, che occupa tutte le cariche di potere e di informazione secondo i propri interessi, oppure un insegnante o un datore di lavoro che esercita il proprio ruolo dall'alto verso il basso, senza dialogo alcuno. Ecco, però, che a lui si contrappone l'autorevole, colui che, pur godendo di prestigio e quindi di autorità, non la esercita, ma lascia che siano le sue parole e il suo fare (augere) a renderlo una figura di riferimento. Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore dice Dante a Virgilio, sottolineando che pur essendo morto, il poeta latino continua ad avere autorevolezza in ambito culturale, così come noi oggi possiamo dire di entrambi.

Sono tanti nel mondo coloro che hanno mostrato autoritarismo, da una parte, e autorevolezza, dall'altra, ma di una cosa possiamo essere certi e soddisfatti: l'autorevole continua a essere tale anche dopo la morte, l'autoritario no.



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Rubrica a cura di Dino Ticli
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