A giudizio per estorsione, violenza sessuale e circonvenzione. In tre 'prosciolti' dal GUP
L'accusa di cui erano chiamati a rispondere (a vario titolo) era pesantissima: circonvenzione d'incapace, estorsione e violenza sessuale in concorso. Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Lecco, Salvatore Catalano, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, ha però sentenziato il non luogo a procedere nei confronti degli imputati perchè ''il fatto non sussiste''.
Si è chiusa stamani la vicenda giudiziaria che ha trascinato a processo tre soggetti residenti in differenti comuni dell'hinterland lecchese; secondo le contestazioni mosse nei loro confronti dalla Procura all'esito dei primi accertamenti svolti, gli imputati avrebbero abusato di una donna che all'epoca di fatti era reduce da una relazione sentimentale con uno di loro, interrotta qualche tempo prima.
Costituitasi parte civile tramite l'avvocato Simona Bove, la presunta vittima avrebbe infatti riferito di continue elargizioni di denaro a favore del suo ex che, nonostante la fine della storia, si sarebbe approfittato del forte legame costruito nel tempo per sollecitarla in maniera pressante, con frequenti richieste. Fra le accuse mosse all'imputato - difeso dall'avvocato Richard Martini - quella di aver indotto l'ex fidanzata a consumare un rapporto intimo contro la sua volontà con due amici, anche loro finiti nei guai. Violenza sessuale l'accusa contestata ai due, uno dei quali comparso stamani in tribunale; nell'aula al primo piano di palazzo di giustizia è stato tradotto dal carcere di Monza dove si trova detenuto per altra causa. Irreperibile infine, il terzo soggetto.
Accuse gravi che i difensori (oltre all'avvocato Martini c'erano i colleghi Spreafico e Corti del medesimo Foro ndr.) hanno cercato di smontare nel corso della lunga discussione tenutasi stamani al cospetto del dottor Catalano, aperta dalla requisitoria del sostituto procuratore Pasquale Gaspare Esposito, erede del fascicolo penale aperto in Procura e finito sulla scrivania del Gup a seguito della richiesta di rinvio a giudizio.
All'esito di quanto nel frattempo è emerso in aula, stamani il PM ha tuttavia chiesto il non doversi procedere nei confronti dei tre, due dei quali avevano scelto di avvalersi del rito abbreviato. In loro presenza è stata pronunciata la sentenza dal giudice Catalano che li ha sostanzialmente ''assolti'' perchè il fatto non sussiste.
Si è chiusa stamani la vicenda giudiziaria che ha trascinato a processo tre soggetti residenti in differenti comuni dell'hinterland lecchese; secondo le contestazioni mosse nei loro confronti dalla Procura all'esito dei primi accertamenti svolti, gli imputati avrebbero abusato di una donna che all'epoca di fatti era reduce da una relazione sentimentale con uno di loro, interrotta qualche tempo prima.
Costituitasi parte civile tramite l'avvocato Simona Bove, la presunta vittima avrebbe infatti riferito di continue elargizioni di denaro a favore del suo ex che, nonostante la fine della storia, si sarebbe approfittato del forte legame costruito nel tempo per sollecitarla in maniera pressante, con frequenti richieste. Fra le accuse mosse all'imputato - difeso dall'avvocato Richard Martini - quella di aver indotto l'ex fidanzata a consumare un rapporto intimo contro la sua volontà con due amici, anche loro finiti nei guai. Violenza sessuale l'accusa contestata ai due, uno dei quali comparso stamani in tribunale; nell'aula al primo piano di palazzo di giustizia è stato tradotto dal carcere di Monza dove si trova detenuto per altra causa. Irreperibile infine, il terzo soggetto.
Accuse gravi che i difensori (oltre all'avvocato Martini c'erano i colleghi Spreafico e Corti del medesimo Foro ndr.) hanno cercato di smontare nel corso della lunga discussione tenutasi stamani al cospetto del dottor Catalano, aperta dalla requisitoria del sostituto procuratore Pasquale Gaspare Esposito, erede del fascicolo penale aperto in Procura e finito sulla scrivania del Gup a seguito della richiesta di rinvio a giudizio.
All'esito di quanto nel frattempo è emerso in aula, stamani il PM ha tuttavia chiesto il non doversi procedere nei confronti dei tre, due dei quali avevano scelto di avvalersi del rito abbreviato. In loro presenza è stata pronunciata la sentenza dal giudice Catalano che li ha sostanzialmente ''assolti'' perchè il fatto non sussiste.