Lecco: 50 anni fa la prima edizione della camminata manzoniana

Era la terza domenica di maggio 1973, cinquanta anni fa, quando si svolgeva la prima camminata manzoniana, marcia non competitiva sui luoghi lecchesi dei Promessi Sposi nel grande romanzo di Alessandro Manzoni. L’idea era spuntata durante una riunione delle nuove guide, uscite dal corso di preparazione organizzato dall’Azienda turismo di Lecco, proprio per il centenario della scomparsa dell’autore e del prevedibile aumento di visite di scolaresche, di circoli e di gruppi vari presso le località del romanzo. Vi era stato nelle lezioni per le nuove guide un ampio programma di incontri e conferenze ad iniziare da quelle del prof. Claudio Cesare Secchi, presidente del Centro Nazionale di studi manzoniani, operante nella casa del Manzoni in via Morone a Milano. I partecipanti possono ricordare anche la dettagliata relazione tenuta dal dottor Mario Iori, non dimenticato direttore dell’Unione Industriali Lecchesi, circa la potenza manifatturiera della nostra città e delle sue realtà produttive, dal ferro all’acciaio.


La prima camminata manzoniana del 1973

La proposta della camminata era stata accolta dall’Azienda Turismo con il presidente Nino Lupica. Il tracciato era impegnativo: 23 chilometri da piazza Affari a Villa Manzoni, con la salita alla Rocca dell’Innominato, sopra Vercurago. Il tempo massimo era di sette ore. Al via i marciatori erano 3.400; circa 3.000 conclusero la “sgambata” sul piazzale del Caleotto, vicino all’ala detta delle scuderie di villa Manzoni. I camminatori vennero accolti dalle Lucie e dai suonatori di canne dei Firlinfeu di San Giovanni, complesso folcloristico di ispirazione manzoniana fondato nel 1904. In quella prima edizione, Giorgio Bonacina, diciottenne atleta di Mandello Lario, arrivò sul piazzale delle scuderie dopo 2 ore e 15 minuti. Seguiva la carovana di tutti gli altri, con divise sportive, abiti d’epoca e da passeggio, cappelli con la penna nera, con le piume dei bersaglieri e anche qualche “berretto” della Marina. Nel mezzo spuntò anche un camminatore che indossava un coloratissimo barracano di beduino. I componenti del Coro Grigna dell’ANA di Lecco giunsero al traguardo alle 13.00, allineati in un plotone, cantando “Sul cappello che noi portiamo”. Gli arrivi si conclusero alle 14.00 con il gruppo di Bolzano nel tradizionale costume tirolese.


La pedalata manzoniana avviata nel 1982, alla partenza di piazza Affari

L’organizzazione della camminata era affidata al gruppo ANA di Castello, operante lungo il percorso con le sue penne nere; c’era la collaborazione anche delle guide manzoniane che non partecipavano alla marcia e di volontari del Comune e di altre realtà civiche che operavano nello spirito di un'importante rievocazione di un centenario dei Promessi Sposi. Fra i partecipanti arrivò al traguardo anche Fulvio Campiotti, giornalista del Corriere della Sera, noto per le sue cronache e per le sue storie sull’alpinismo di tutti i tempi. Concluse la camminata anche il radiocronista elvetico Muller, inviato dalla Radio della Svizzera Italiana, che realizzò un brillante servizio. Mancò, invece, all’appuntamento il Gazzettino Padano, popolare trasmissione regionale del mezzogiorno, messa in onda da Milano.
Sono state nove le camminate manzoniane disputate, a partire appunto dal 1973, poi è arrivata la pedalata. Qualche tempo dopo si tornò alle origini, tanto è vero che nel prossimo ottobre vi sarà una nuova edizione dell'iniziativa che celebra i cinquant’anni da quella sgambata del 1973. In questi ultimi tempi la camminata si è arricchita anche di rievocazioni e animazioni teatrali nelle località dove Manzoni ambientò momenti significativi del suo romanzo.
Bello ricordare il tributo di popolo che con la camminata sulle orme di Renzo e Lucia si rende ai Promessi Sposi mentre a Milano si susseguono visite e celebrazioni, dal palazzo di via Morone dove lo scrittore abitò, al famedio del Monumentale dove è sepolto in un sarcofago di granito disegnato dall’architetto Carlo Maciachini.
A.B.
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