Calolzio: accusa di resistenza ma per l'avvocato fu solo fuga

Arriverà il prossimo 12 giugno la sentenza del procedimento penale a carico di Michele Valsecchi (classe 1994), figlio di Stefano, reo confesso condannato in via definitiva a 19 anni e 4 mesi di reclusione per l'omicidio dell'olginatese Salvatore De Fazio.
Il 28enne (ad oggi per altra causa sottoposto alla misura alternativa della detenzione domiciliare) è accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale per fatti risalenti al 2018: stando alla pubblica accusa il calolziese in sella al proprio scooter non si sarebbe fermato all'alt intimatogli da alcuni agenti della Polizia di Stato ad un posto di blocco. Fermato poco più tardi, avrebbe aggredito fisicamente e verbalmente gli agenti, costituitisi parte civile in questo procedimento tramite l'avvocato Luciano Bova.
La vicenda giudiziaria, che si sarebbe dovuta concludere con l'esito positivo della messa alla prova, si dovrà di fatto giocare sulle carte su richiesta della difesa, l'avvocato Marcello Perillo del foro di Lecco, che nella scorsa udienza aveva chiesto ed ottenuto per il proprio assistito il rito abbreviato.
Oggi la discussione finale tra le parti, con il Vpo Mattia Mascaro che ha chiesto una condanna a 6 mesi di reclusione e la difesa che si è battuta per l'assoluzione, sottolineando in particolare come la presunta resistenza si sia in realtà trattata di una mera fuga. Il giudice Giulia Barazzetta ha quindi rinviato al prossimo mese per repliche.
Non è il primo guaio con la giustizia per "Michelino": a giugno 2021 aveva patteggiato una pena pari a 4 anni di reclusione per un tentato omicidio a Civate, dove, il 23 dicembre 2020 avrebbe accoltellato un 35enne.
F.F.
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