Lecco: disavventura per il coro della Stoppani, 52 ragazzi bloccati per 4 giorni a Cervia

"Abbiamo passato quattro giorni chiusi in albergo". È iniziato così l'intenso racconto di Giuseppe Caccialanza, direttore del coro attivo presso la scuola secondaria dell'istituto comprensivo "A.Stoppani" di Lecco.
"Siamo partiti in treno lunedì mattina verso Cervia. Da lì ci saremmo poi dovuti spostare a Ravenna per tenere un concerto davanti agli alunni dell'istituto comprensivo Darsena" ci ha spiegato Caccialanza. "Quando siamo partiti sapevamo già che era stata disposta la chiusura delle scuole e che il concerto era stato spostato a mercoledì". La comitiva era formata da quattro docenti e 52 studenti. Il primo giorno è stato tranquillo: c'era così bel tempo che i ragazzi hanno potuto fare il bagno. Con l'avvicinarsi della notte, la situazione ha iniziato a cambiare.

Il coro della Stoppani a Cervia durante un momento canoro

"Ci è stato detto di chiudere tutte le finestre e rimuovere tutti gli oggetti lasciati sui terrazzi. Si aspettavano pioggia e vento forte e così è stato" ha proseguito il direttore del coro. "Quando ci siamo svegliati la mattina dopo alcuni alberi erano caduti e una stradina di fianco all'albergo era allagata. Ha continuato a piovere per tutto il giorno. Non siamo riusciti a uscire dall'edificio". Seppur bloccati, i ragazzi della Stoppani potevano sentire distintamente i rumori delle evacuazioni. In quella zona, lo ricordiamo, lavora Castrese De Rosa, ex Prefetto di Lecco. "Le abitazioni vicino ai fiumi erano già state liberate. Le evacuazioni sono continuate anche tutta la giornata di mercoledì, soprattutto nell'area delle risaie non lontana dal nostro alloggio" ha aggiunto Caccialanza.

Mentre la pioggia concedeva una tregua, la comitiva ha ricevuto una notizia particolarmente grave: i treni non sarebbero partiti né quel giorno né il giorno successivo. "Il concerto previsto a Ravenna per la tarda mattinata di giovedì è stato ulteriormente spostato. Il problema però in quel momento era trovare il modo di tornare a casa. Abbiamo iniziato a cercare un pullman che ci venisse a prendere" ha proseguito il maestro. Una ricerca affannosa conclusasi con un esito positivo. "Abbiamo dovuto rimanere li una notte in più rispetto a quanto programmato. Siamo partiti venerdì pomeriggio. Il pullman è dovuto scendere fino a Rimini per prendere l'autostrada" ha raccontato ancora Caccialanza. "Arrivati tra Forlì e Faenza, inoltre, siamo rimasti in coda per un'ora e un quarto. L'esondazione del fiume aveva rovinato il manto stradale ed erano in corso i lavori di ripristino della carreggiata. Si viaggiava ad una sola corsia". All'arrivo a Lecco, dopo un viaggio di circa dieci ore, gli studenti sono stati accolti dal sindaco Mauro Gattinoni. "All'inizio i ragazzi erano intimoriti, poi però si sono tranquillizzati. Erano più agitati i genitori, i quali non sapevano che, di fatto, nella zona del nostro albergo non si erano registrate particolari criticità" ha evidenziato il docente di musica. "Certo, c'è il dispiacere di non aver potuto cantare. Abbiamo provato lo spettacolo tutti i giorni, i ragazzi ci tenevano. Siamo d'accordo con la scuola di Ravenna che faremo un concerto alla Stoppani e ci collegheremo in videoconferenza. Anche loro vogliono vedere lo spettacolo".

Tra una prova e l'altra, i giovani cantori lecchesi hanno anche allietato l'umore degli abitanti di Cervia. "Giovedì pomeriggio il tempo è nuovamente migliorato. La gente ha iniziato ad uscire dalle proprie abitazioni. Ci siamo recati davanti ad una gelateria e lì abbiamo eseguito un paio di pezzi. Poi ci siamo spostati davanti a due alberi che erano caduti e abbiamo fatto lo stesso" ha raccontato Caccialanza. "Mi hanno colpito l'elevato numero di sfollati e la voglia dei romagnoli di sistemare immediatamente le cose. Quegli alberi caduti sono stati rimossi in poco tempo e la strada è stata riaperta. In spiaggia c'erano persone che continuavano a rastrellare e togliere i detriti portati dal mare".

Ad un certo punto, il maestro si è fermato e ha sospirato. "Sa qual è il paradosso?" ci ha chiesto. "Lo spettacolo che stiamo portando in giro si intitola "Lo chiederemo agli alberi" è ispirato ad una canzone di Simone Cristicchi e parla della necessità di salvaguardare il nostro Pianeta e di quanto l'uomo lo stia invece distruggendo".
A.Bes.
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