Lecco: stato di agitazione dei (pochi) lavoratori INPS, 'manca ricambio generazionale'
Anche l’INPS non riesce ad assumere. E in tutta Lombardia viene indetto lo stato di agitazione unitaria dei lavoratori e delle lavoratrici. Vi aderiscono anche i dipendenti della sede di Lecco e dell’Agenzia di Merate.
Di seguito il comunicato unitario delle sigle sindacali.
L’Inps eroga Welfare e, con i suoi servizi di prossimità, svolge un ruolo importante per cittadine e cittadini e per le imprese, ma a livello lombardo è stato abbandonato a sé stesso.
Da tempo i Sindacati Lombardi denunciano la pesante carenza degli organici nelle sedi dell’Istituto, con le ricadute sui carichi di lavoro, la performance (e gli effetti sul salario accessorio) e i servizi da garantire.
La scopertura del personale, dichiarata dall’Inps, è del 57,2%. Delle 471 persone assegnate alla Lombardia, nonostante la carenza fosse di 830 unità, lo scorso 17 Aprile hanno preso servizio solo 355 nuovi colleghi.
Questo dato certifica che le rinunce sono state di circa il 29%, un dato ben distante dall’8 % ostentato a livello centrale, per poter vantare una riuscita ottima del piano di assunzioni.
E mentre le nuove assunzioni sono poche, continuano i pensionamenti e la mobilità.
Stanchezza, frustrazione ed età avanzano fra i dipendenti dell’Istituto, a cui da tempo manca il necessario turnover.
Questa difficile situazione sta aumentando il rischio di riduzione e chiusura dei servizi, soprattutto nelle agenzie territoriali; è ben nota a tutti nella nostra Regione la situazione di alcune Agenzie, che da molti anni operano in costante difficoltà, come quella di Merate, in cui 3 dipendenti Inps si trovano nella condizione di dover coprire uno sportello aperto 5 giorni su 5.
Oramai in Regione sono anni che si aspetta una soluzione per le Agenzie territoriali e ancora oggi, nonostante proposte e promesse, la situazione è in stallo.
Sono state proposte soluzioni alla parte datoriale ma, sino ad ora, una volta per un motivo ed una volta per un altro, o non c’è stata risposta oppure la risposta è stata negativa.
Ad arrancare sono diverse sedi Provinciali, alcune delle quali con uffici coperti dalla presenza di 2 o 3 lavoratori.
Anche la Sede di Lecco non fa eccezione, in quanto negli anni non è stato assicurato un adeguato ricambio generazionale.
Se questo trend non viene invertito, nel tempo ci potranno essere ricadute ancora più pesanti, che, a cascata, si possono poi riflettere sulla qualità dei servizi erogati.
Respingiamo poi al mittente l’idea di delocalizzare fuori regione le attività Inps della Lombardia, che è, per consistenza di popolazione e per Pil, la realtà italiana più rilevante.
Bisogna invece assumere più personale e valorizzarlo: obiettivi irraggiungibili, in una situazione critica come quella che stiamo vivendo, che rischiano di compromettere l’erogazione degli incentivi correlati al raggiungimento degli standard stabiliti.
Occorre rendere più attrattivo l’Istituto, che, oltre che farsi carico dei bisogni del cittadino, costituisce anche un presidio di legalità.
A maggior ragione ora, con il commissariamento dei vertici dell’Inps, guardiamo con maggiore preoccupazione alle sorti dell’Istituto.
Vigileremo con grande attenzione perché questa condizione non venga strumentalizzata a danno della cittadinanza e delle lavoratrici e dei lavoratori.
In Lombardia la lotta continuerà con altre iniziative, fino al raggiungimento di risposte concrete.