Da Calolzio, Brivio, Cisano e Caprino 'in missione' in Malawi da padre Mario

L'ex assessore ai servizi sociali del comune di Calolziocorte Luca Valsecchi e il capogruppo degli alpini di Brivio Riccardo Perego. E poi i “bergamaschi” Ivonne Canazza, Flavio Torri, Andrea Blometti e Francesco Casati, con il vicesindaco di Caprino Luca Tami e il dottor Annibale Casati a far da capospedizione, dopo il ritiro all'ultimo momento dell'organizzatore “della trasferta”, Ivo Perego, fermato da problemi di salute. Questa la variegata squadra di volontari che, ancora una volta, ha contribuito a rafforzare il legame, tessuto negli anni, tra il nostro territorio e la missione di Balaka, in Malawi, di Padre Mario Pacifici, originario di Entratico.

Gli otto volontari

La “sua” Andiamo Youth Cooperative Trust, fondata nel 1984 per creare opportunità di lavoro in una zona rurale ed estremamente povera, nel tempo è diventata punto di riferimento per servizi sanitari e accesso all'istruzione secondaria, grazie anche al sostegno, dall'Italia, di Orizzonte Malawi Onlus e di “amici”, come il professor Carlo Pappone, noto cernuschese in attività al Policlinico San Donato, grazie al cui contributo è ora in fase di realizzazione il nuovo Andiamo Techical Collage, struttura in grado di integrare – appunto come in un college – didattica e convitto, per offrire ad un maggior numero di ragazzi l'accesso alla formazione tecnica, plasmando meccanici, falegnami, elettricisti e sarti, inviati poi annualmente a svolgere stage presso industrie e laboratori locali per essere introdotti nel mondo del lavoro e strappati dunque alla (evidente) povertà.

La struttura in costruzione

Proprio l'Andiamo Techical Collage – in buona parte ancora da ultimare – è stata la sede principale di lavoro dei volontari che hanno trascorso, tra fine aprile e inizio maggio, 18 giorni in Malawi, contribuendo, ciascuno per le proprie competenze, in primis a montare il materiale elettrico inviato alla missione già prima del Covid e lì rimasto imballato ben più del previsto con l'avvento della pandemia. Non sono mancati poi interventi manutentivi anche presso l'Ospedale (dove opera anche un'altra onlus italiana, la Zero Più, realtà nata da un gruppo di ostetriche volontarie di Varese), sostituendo una lunga serie di lampadine non più funzionanti e facendo ripartire un generatore solo all'apparenza “andato”.

Il tutto vivendo a stretto contatto con la popolazione locale, dalle donne - “che mandano avanti il Paese” - ai bambini, felici con poco, anche semplicemente giocando a bordo strada con un pallone fatto di stracci. Ritagliandosi poi del tempo libero – incastrato con le varie lavorazioni in corso al College – per visitare diversi villaggi e compiere gite alla scoperta del territorio, girando dunque il sud del Malawi, per ammirare da vicino gli elefanti o immortalare un tramonto infuocato specchiato sul nono lago più grande al mondo.

“E' stata una bellissima esperienza. La popolazione locale è davvero incredibile, tutti si dimostrano molto affabili, tutti ti chiedono “come stai?” nel salutarti” racconta Riccardo Perego - coinvolto da Ivo Perego, cugino di suo padre - già desideroso di trovare un modo per continuare a sostenere – per ora dall'Italia – l'opera di padre Mario, con l'invito, a chi volesse fare altrettanto, di affidarsi ad associazioni come appunto Orizzonte Malawi, capaci di “filtrare” gli aiuti, piuttosto che organizzare in proprio l'invito di (costosi) container con materiale, magari anche di pregio, che mal si adatta alle reali esigenze delle strutture locali.

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A.M.
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