Lecco è pronta a sfilare con le sue penne nere all’adunata nazionale di Udine
Le penne nere di Lecco e della sua provincia hanno ormai raggiunto, con tutte le rappresentanze e le delegazioni, la città di Udine, pronte a partecipare alla sfilata del raduno nazionale, edizione n. 94, che prende avvio della mattinata di domenica 14 maggio, intorno alle 8.30. Per quanto riguarda la partecipazione lecchese è prevista la partenza del gruppo relativo alla Lombardia, e quindi, anche alle province di Como e di Lecco, intorno alle 14.
La numerosa rappresentanza lecchese viene calcolata oltre i mille presenti, non considerando parenti e nuclei familiari che, in alcuni casi, accompagnano la comitiva. Sarà in testa allo schieramento sezionale di Lecco Emiliano Invernizzi, al suo primo raduno nazionale dopo la recente nomina a presidente sezionale. Invernizzi è da venerdì mattino ad Udine, dove ha partecipato alla cerimonia dell’alzabandiera, apertura ufficiale del raduno, all’accoglienza di bandiere di guerra di numerosi reparti e ad altre cerimonie relative. Nel pomeriggio odierno è intervenuto all’incontro promosso presso il Teatro Nuovo Giovanni di Udine delle autorità locali civili e militari con i presidenti di tutte le sezioni alpine dell’Italia ed anche giunte da nazioni estere.
Lecco porta ad Udine le memorie di tanti alpini che hanno svolto il servizio militare di leva nelle caserme della città e del territorio, porta i ricordi delle operazioni di soccorso, generose e coraggiose, dopo il terremoto del 1976 ed il relativo contributo agli interventi di ricostruzione. Sempre la città di Lecco può portare i ricordi della caserma Sirtori di via Leonardo da Vinci, dove dal 1935 al 1943 è stato presente il centro di reclutamento degli alpini del glorioso Morbegno, vale a dire di reclute che si presentavano alla chiamata militare in abiti civili per indossare la divisa ed essere destinati alle varie caserme degli alpini che portavano sul cappello, sotto la penna nera, la nappina bianca.
Nel 1943 erano accasermati anche presso la scuola elementare “Cesare Battisti” di viale Montegrappa, in quartiere Acquate, gli alpini che avevano abbandonare la Caserma Marinoni di via Pagano a Milano, colpita da incursione aeree anglo-americane. Erano circa 300 uomini con deposito di materiale in via Digione presso il capannone della cartiera Cima.
E’ curioso ricordare che in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994 avvenne un breve ritorno in città degli alpini del Morbegno. Vennero destinati al servizio di ordine pubblico per i seggi elettorali; giungevano dalla caserma di Vipiteno, mille metri di quota, 60 chilometri da Bolzano, venti dal confine con l’Austria, da sempre sede storica del Morbegno.
La numerosa rappresentanza lecchese viene calcolata oltre i mille presenti, non considerando parenti e nuclei familiari che, in alcuni casi, accompagnano la comitiva. Sarà in testa allo schieramento sezionale di Lecco Emiliano Invernizzi, al suo primo raduno nazionale dopo la recente nomina a presidente sezionale. Invernizzi è da venerdì mattino ad Udine, dove ha partecipato alla cerimonia dell’alzabandiera, apertura ufficiale del raduno, all’accoglienza di bandiere di guerra di numerosi reparti e ad altre cerimonie relative. Nel pomeriggio odierno è intervenuto all’incontro promosso presso il Teatro Nuovo Giovanni di Udine delle autorità locali civili e militari con i presidenti di tutte le sezioni alpine dell’Italia ed anche giunte da nazioni estere.
Lecco porta ad Udine le memorie di tanti alpini che hanno svolto il servizio militare di leva nelle caserme della città e del territorio, porta i ricordi delle operazioni di soccorso, generose e coraggiose, dopo il terremoto del 1976 ed il relativo contributo agli interventi di ricostruzione. Sempre la città di Lecco può portare i ricordi della caserma Sirtori di via Leonardo da Vinci, dove dal 1935 al 1943 è stato presente il centro di reclutamento degli alpini del glorioso Morbegno, vale a dire di reclute che si presentavano alla chiamata militare in abiti civili per indossare la divisa ed essere destinati alle varie caserme degli alpini che portavano sul cappello, sotto la penna nera, la nappina bianca.
Nel 1943 erano accasermati anche presso la scuola elementare “Cesare Battisti” di viale Montegrappa, in quartiere Acquate, gli alpini che avevano abbandonare la Caserma Marinoni di via Pagano a Milano, colpita da incursione aeree anglo-americane. Erano circa 300 uomini con deposito di materiale in via Digione presso il capannone della cartiera Cima.
E’ curioso ricordare che in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994 avvenne un breve ritorno in città degli alpini del Morbegno. Vennero destinati al servizio di ordine pubblico per i seggi elettorali; giungevano dalla caserma di Vipiteno, mille metri di quota, 60 chilometri da Bolzano, venti dal confine con l’Austria, da sempre sede storica del Morbegno.
A.B.