Cava Mossini sarà sede del nuovo depuratore di Lecco (e non solo). Diventando 'anfiteatro erboso'

Il nuovo depuratore di Lecco potrebbe essere realizzato nell'ex Cava Mossini. Ma l'innovativo impianto potrebbe non servire solo il capoluoogo, ma contribuire alla dismissione anche di altre analoghe strutture minori saziando il bisogno di una importante fetta di popolazione.

Come appare oggi ex Cava Mossini

La premessa. Il piano d’ambito approvato dal Consiglio provinciale di Lecco, previo il parere favorevole della Conferenza dei Comuni dell’ATO di Lecco, ha fatto proprie le proposte per l’ottimizzazione economica, funzionale e gestionale del sistema depurativo lecchese, prospettate dal piano di razionalizzazione commissionato da Lario Reti Holding al Politecnico di Milano e finalizzato a superare l’eccessiva frammentazione degli impianti. Un nuovo importante schema depurativo è subordinato, infatti, all’eventuale ricollocazione del depuratore di Lecco in una nuova area, che ne consenta l’ampliamento e quindi ne migliori la funzionalità a presidio sovracomunale.
Il piano di razionalizzazione ha sviluppato alcune ipotesi in funzione delle aree disponibili e delle innovazioni adottate: una nuova tecnologia e una superficie di circa due ettari consentirebbe la dismissione dei depuratori di Mandello, Ballabio e Barzio, mentre un’area di doppia estensione permetterebbe di dismettere anche il depuratore di Valmadrera.
In quest’ottica, dunque, Lario Reti Holding ha commissionato uno studio di prefattibilità per l’individuazione del sito in cui realizzare un impianto di depurazione delle acque reflue da 180.000 abitanti, equivalenti al servizio dell’intera zona centrale della provincia.
Il Consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’ambito di Lecco, Azienda speciale della Provincia di Lecco, supportato dai rappresentanti dei Comuni, in particolare Galbiate, Malgrate, Pescate e Lecco, e dei Parchi Adda Nord e Monte Barro, condivide la proposta di procedere con lo sviluppo del progetto di fattibilità tecnica ed economica e dell’ipotesi localizzativa del nuovo impianto nell'area della Cava Mossini.

La linea comune degli Amministratori locali verso questo sito è motivata dalla possibile sinergia dell’intervento di miglioramento del sistema di depurazione con la messa in sicurezza e la qualificazione paesaggistica di cava Mossini, storici obiettivi del territorio.
“Il nuovo impianto non solo consentirà un trattamento più performante rispetto agli attuali impianti esistenti, – commenta Marco Bonaiti, Presidente dell’Ufficio d’Ambito di Lecco – con sicuri vantaggi per la qualità delle acque del Lario, del Fiume Adda e dei Laghi di Garlate e Olginate, ma dovrà rispondere ai più moderni criteri di sostenibilità ambientale e di economia circolare: non sarà un depuratore tradizionale, ma una "fabbrica verde", che minimizzerà le emissioni e contribuirà alla transizione energetica”.

Uno schizzo evocativo dell’Anfiteatro Verde ipotizzato presso Cava Mossini

“Un’area altamente degradata a seguito di attività antropiche non recenti – dichiara Alessandra Hofmann, Presidente della Provincia di Lecco – potrà essere finalmente rimodellata e riconsegnata all’intera comunità creando una sorta di "anfiteatro erboso": un giardino visibile dall’Adda e dal Lario che porta verso il Parco Regionale del Monte Barro ed area verde a disposizione della collettività”.
Lario Reti Holding è stata quindi incaricata di avviare un dettagliato processo di verifiche tecniche ed amministrative, che verteranno in primo luogo sulla possibilità di garantire la piena idoneità dell’area, identificando inoltre i confini e le specifiche del progetto.
“La presenza di due Parchi Regionali tra gli Enti promotori di questa soluzione pone vincoli tutelanti sul progetto, – affermano Paola Golfari Presidente del Parco Monte Barro e Francesca Rota, Presidente del Parco Adda Nord – Inoltre garantirà la scelta di tecnologie depurative all’avanguardia e sostenibili, che faranno sì che il nuovo impianto sia completamente integrato e in armonia con l’ambiente circostante, con particolare attenzione anche ai vicini reperti archeologici di Monte Castelletto".

L’ipotesi prevede anche la realizzazione di un’area verde antistante l’impianto, destinata parzialmente a
parcheggio, che possa semplificare l’accesso ai sentieri del Monte Barro e alla città di Lecco

Al termine delle verifiche tecniche e amministrative, gli Enti promotori ne condivideranno i risultati con le comunità locali. L’augurio conclusivo e corale proviene dai sindaci Piergiovanni Montanelli (Galbiate), Flavio Polano (Malgrate), Dante De Capitani (Pescate) e Mauro Gattinoni (Lecco): “L’ipotesi di Cava Mossini è stata accolta positivamente da ogni soggetto coinvolto: siamo sicuri che il progetto troverà ampi consensi anche tra coloro che vivono nella zona interessata e che potranno in prospettiva apprezzare e fruire al meglio delle opere di rinaturalizzazione che verranno realizzate.”
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