Asst Lecco: il dr.Nava nuovo direttore della Psichiatria. Oltre 5.000 pazienti, età più bassa. Ma l'SPDC di Merate non serve

Il dr. Roberto Nava
Roberto Nava è il nuovo Direttore della Struttura Complessa di Psichiatria dell'ASST di Lecco. Vincitore del concorso indetto per selezionare il sostituto del dottor Antonio Lora giunto al traguardo della pensione, è regolarmente in servizio dal 16 marzo scorso, rilevando il testimone dalla dottoressa Simonetta Martini che ha retto temporaneamente il servizio quale facente funzione.
57 anni, fuori dal lavoro, Nava è appassionato di sport, montagna e musica classica. E' inoltre tenore tra le voci del coro polifonico G.P. da Palestrina di Albese con Cassano.
Quanto alla carriera, invece, dopo essersi laureato all'Università degli Studi di Milano a pieni voti, si è specializzato prima in Psicologia Clinica presso lo stesso Ateneo poi in Psichiatria presso la Scuola di specializzazione dellUniversità Bicocca. Ha conseguito un Master di II livello in Psicofarmacologia clinica e partecipato a numerosi eventi formativi e convegni in qualità di relatore. Ha sempre svolto la professione di medico come psichiatra muovendo i primi passi lavorativi a Como. Negli ultimi vent'anni ha lavorato presso l'attuale Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza dove è stato responsabile della UOS "Coordinamento Interventi Territoriali Psichiatrici UO 36" gestendo ed organizzando le attività psichiatriche territoriali e residenziali con particolare attenzione ai pazienti difficili e resistenti ai trattamenti nelle diverse forme psicotiche. Non stupisce dunque che, nel presentarsi, abbia voluto ricordare anche la collega toscana Barbara Capovani, assassinata a 55 anni da un soggetto di cui era stata medico, sottolineando allo stesso tempo come alla provincia di Lecco afferiscano poco meno di una decina di soggetti attualmente collocati nelle REMS, le strutture (poche sul territorio nazionale) che hanno sostituito gli ospedale psichiatrici giudiziari, un numero tutto sommato esiguo, “senza casi da sistemare”. Impressionante, invece, la mole di lavoro, con più di 5.000 cartelle aperte, delle quali almeno il 10% riferite a pazienti etichettabili come “complessi”; 1.200-1.500 i primi accessi annuali con una media di 15-20 prime visite a settimana e tra i 70 e gli 80.000 interventi erogati dal servizio nelle sue articolazioni. Territoriali, come rimarcato dal direttore generale Paolo Favini, dando il benvenuto al dottor Nava, spronandolo a andare a “mille all'ora”, “anche per favorire l'arrivo di nuovi professionisti, visto che qualcuno se ne è andato”. Uno su tutti, il dottor Franco Riboldi, responsabile del SerT e dunque del servizio dipendenze.
“Questo sarà il nostro obiettivo” ha assicurato il nuovo Direttore. “Proveremo, secondo mission e vision aziendale, a rispondere al bisogno di salute mentale sul nostro territorio”. Declinato anche il come: favorendo l'accessibilità, con una rapida presa in carico e una gestione poi personalizzata.
Il tutto operando in sinergia con gli altri professionisti del Dipartimento, ora guidato dal direttore della Neuropsichiatria Infantile Ottavio Martinelli, pronto a sua volta a evidenziare come facendo i conti con la ristrettezza delle risorse a disposizione, post Covid ci si sia trovati a fare i conti con l'aumento del bisogno, affrontando spesso “quadri molto impegnativi”, dall'esordio in qualche modo “precoce”. Il riferimento è chiaramente all'età dell'adolescenza e alla fascia dei giovani adulti, cui devono essere riservati spazi specifici – si pensi al servizio 15-24 - e continuità nelle cure.
Solo nel 2022, per dare una dimensione del “problema”, l'ambulatorio multidisciplinare gestito dalla Neuropsichiatria Infantile ha preso in carico 405 ragazzi tra i 12 a i 18 anni, il doppio rispetto al 2014 e molti di più rispetto ai 333 del 2019. I ricoveri sono passati nell'arco di due anni dai 43 del 2020 ai 69 del 2023.
“Il lavoro non ci manca”, la chiosa di Martinelli, dicendosi contento dell'innesto di Nava e dunque del ripristino di tutte le apicalità all'intero del Dipartimento. Un Dipartimento “rafforzato con il nuovo POAS” ha sottolineato il direttore socio sanitario dell'ASST Enrico Frisone. “Questa è una squadra che, al di la delle competenze, indiscusse, lavora in sinergia”. Alte anche le aspettative, a cominciare dalla riduzione dei ricoveri e dunque della riproposizione di situazioni ingestibili grazie a una rapida intercettazione delle criticità e alla lettura dei fenomeni, in un quadro delicato, se si considera che oltre all'età sempre più bassa dell'esordio della malattia sia associa il problema delle dipendenze, “non trascurabile”.
In questo quadro d'insieme, al momento, i vertici Aziendali non ritengono però di riaprire il reparto di Psichiatria di Merate, chiuso con l'avvento della pandemia. Il dg Favini, non nascondendo, come sempre quando si fa accenno a questioni scomode specie se legate al Mandic, una certa stizza, ha sostenuto che per riattivare il Servizio psichiatrico diagnosi e cura presso il presidio di via Cerri manchino da una parte personale e dall'altra “utilità”, ritenendo sufficienti i letti del Manzoni.
E sempre in tema strutture, per metà 2024 dovrebbe – il condizionale, quando si parla di opere, è sempre d'obbligo – vedere finalmente la luce il nuovo CPS di Lecco, in via Tubi. Entro un paio di mesi – tre al massimo, partirà infatti il terzo blocco di interventi che interesseranno il piano terra della palazzina prescelta, dopo aver già messo mano all'ala dei consultori e del centro vaccinale.
Lasciati alle spalle i rallentamenti legati al covid, ora il cantiere pare marciare a regime.
A.M.
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