Alpini al raduno nazionale di Udine: quanti ricordi per i lecchesi!

Avranno inizio nella notte le partenze dei primi gruppi di Alpini partecipanti al raduno nazionale di Udine delle Penne nere. Il Coro Grigna raggiungerà il Comune di Majano, realtà municipale di quasi 6.000 abitanti, dove è stata particolarmente presente l’opera di soccorso e di ricostruzione delle squadre lecchesi. Sono previsti concerti proprio in quella zona, dove nella primavera 1976 il territorio fu devastato dal terremoto che colpì il Friuli provocando enormi crolli e notevoli danni. L’opera generosa e coraggiosa di ricostruzione dei residenti e dei volontari giunti dal lecchese e da altre parti d'Italia ha fatto ottenere al Comune di Majano l’onorificenza della Medaglia d’oro al Merito civile.


Penne nere lecchesi nel cantiere di Majano

Il tremendo terremoto del Friuli venne avvertito notevolmente anche nel lecchese, la sera del 6 maggio 1976, intorno alle 21.00; la gente si precipitò alle finestre, sui balconi, nelle strade, si accesero le luci di tanti edifici, si affollarono i locali pubblici. Le emittenti radiofoniche private (novità dell’anno precedente) vennero tempestate di telefonate. Tanti volevano sapere qualcosa sull’onda sismica che aveva provocato sussulti specialmente nei palazzi alti, nei grattacieli. I primi radio-giornali nella notte indicarono nel Friuli, in particolare nella provincia di Udine, il territorio colpito. Il telegiornale RAI del giorno successivo rese note le prime drammatiche notizie con relative immagini, mentre scattavano le operazioni di soccorso. Lecco si impegnò subito in azioni concrete di solidarietà, dopo una riunione urgente convocata presso il palazzo civico. Nel municipio di piazza Diaz giungevano le richieste di notizie da parte dei congiunti di militari che erano in servizio di leva a Udine e nelle caserme vicine, quasi tutti nelle truppe alpine.


Il sindaco Rodolfo Tirinzoni, ufficiale degli alpini

Il maresciallo Angelo Blaseotto dei vigili urbani, friulano di nascita, raggiunse, per incarico del Comune di Lecco, il territorio di Folgaria a 40 chilometri da Udine con una prima spedizione di soccorso. La SAE mise a disposizione un capannone per allestire il centro operativo di assistenza e ricostruzione; altre aziende offrirono mezzi e personale. Arrivò la Croce Rossa lecchese con squadre e ambulanze, nonchè gli Alpini del dott. Raffaele Ripamonti e altri gruppi di volontariato.
Nel periodo successivo, mentre era sempre presente l'attività di soccorso e di ricostruzione, visitarono la zona terremotata il sindaco di Lecco Rodolfo Tirinzoni, ufficiale degli alpini, e il vice Filippo Panzeri, che ebbero modo di incontrare il commissario straordinario del Governo per il sisma, l’onorevole Giuseppe Zamberletti di Varese, che era impegnato a costruire le prime strutture di quella che sarebbe stata la Protezione Civile, realtà nazionale divenuta sempre più organizzazione di eccellenza capace di coinvolgere e valorizzare il contributo del volontariato.


Il sindaco Giuseppe Resinelli premia il maresciallo Angelo Blaseotto

Il primo cittadino del Comune friulano di Folgaria, Giovanni Cedolin, venne poi a Lecco per un incontro nel salone del palazzo municipale di piazza Diaz con le realtà economico-sociali impegnate nella ricostruzione. Gli alpini nostrani, con diversi turni, continuavano a essere presenti nei cantieri di Majano e di altri paesi fra i più colpiti.
Il raduno nazionale di Udine di questi giorni consente di ricordare il generoso contributo di soccorso che mobilitò il territorio lariano, dalla città ai Comuni limitrofi, e la generosa partecipazione nei gruppi dei volontari ANA. Da allora l’onda verde degli Alpini lecchesi è tornata in Friuli, a iniziare dal ventennale del terremoto nel 1996. Sono state giornate di ricordi, con abbracci di riconoscenza tra tanti amici che lavorarono, sacrificando ferie, vacanze, tempo libero del fine settimana. Sono state adunate dell’amicizia e della solidarietà che è commovente ricordare.
A.B.
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