Mandello: assolta la 74enne a processo per stalking verso i vicini di casa
Era finita davanti al giudice con l'accusa di stalking nei confronti di una vicina di casa; lo scorso lunedì una donna mandellese di 74 anni è stata assolta.
L'imputata - difesa dall'avvocato Caterina Busellu del foro di Lecco - era approdata in aula per una serie di fatti contenuti nel fascicolo a suo carico, a seguito delle denunce presentate dalla controparte che, costituitasi parte civile insieme a uno dei figli (subentrato al padre, nel frattempo deceduto), aveva anche chiesto un risarcimento danni piuttosto cospicuo.
Secondo la tesi accusatoria la donna, dall'alto del suo appartamento situato proprio sopra quello delle persone offese, avrebbe quotidianamente steso in modo insistente capi di biancheria ancora gocciolanti bagnando così il giardino, i davanzali e i vetri delle finestre dell'alloggio sottostante, creando così anche umidità lungo il muro; avrebbe poi gettato nel giardino dei vicini oggetti quali mollette, foglie, frammenti di vetro, alimenti e carta nonché seguìto le vittime sulle scale fino in garage apostrofandole con offese e parole volgari. Una serie di comportamenti oggetto di denuncia, che avrebbero contribuito a creare uno stato di paura, costringendo le parti offese a cambiare abitudini di vita.
In aula, dinnanzi al giudice Giulia Barazzetta, i querelanti avevano confermato quanto già detto alle forze dell'ordine e messo ''nero su bianco'' in denuncia.
Ben diversa la versione dell'imputata, che il suo legale nell'arringa conclusiva ha sintetizzato. A suo dire sarebbe stata la propria assistita la vittima di una condotta sopra le righe da parte dei vicini, che in un'occasione ''avrebbero bloccato le bocche di lupo del garage della signora''. Aneddoto quest'ultimo, in precedenza raccontato dalla stessa imputata durante il suo esame.
Se la pubblica accusa aveva chiesto la condanna della 74enne, ieri il giudice Barazzetta ha ritenuto che non fosse stata raggiunta la prova della responsabilità penale della mandellese, sentenziandone l'assoluzione.
L'imputata - difesa dall'avvocato Caterina Busellu del foro di Lecco - era approdata in aula per una serie di fatti contenuti nel fascicolo a suo carico, a seguito delle denunce presentate dalla controparte che, costituitasi parte civile insieme a uno dei figli (subentrato al padre, nel frattempo deceduto), aveva anche chiesto un risarcimento danni piuttosto cospicuo.
Secondo la tesi accusatoria la donna, dall'alto del suo appartamento situato proprio sopra quello delle persone offese, avrebbe quotidianamente steso in modo insistente capi di biancheria ancora gocciolanti bagnando così il giardino, i davanzali e i vetri delle finestre dell'alloggio sottostante, creando così anche umidità lungo il muro; avrebbe poi gettato nel giardino dei vicini oggetti quali mollette, foglie, frammenti di vetro, alimenti e carta nonché seguìto le vittime sulle scale fino in garage apostrofandole con offese e parole volgari. Una serie di comportamenti oggetto di denuncia, che avrebbero contribuito a creare uno stato di paura, costringendo le parti offese a cambiare abitudini di vita.
In aula, dinnanzi al giudice Giulia Barazzetta, i querelanti avevano confermato quanto già detto alle forze dell'ordine e messo ''nero su bianco'' in denuncia.
Ben diversa la versione dell'imputata, che il suo legale nell'arringa conclusiva ha sintetizzato. A suo dire sarebbe stata la propria assistita la vittima di una condotta sopra le righe da parte dei vicini, che in un'occasione ''avrebbero bloccato le bocche di lupo del garage della signora''. Aneddoto quest'ultimo, in precedenza raccontato dalla stessa imputata durante il suo esame.
Se la pubblica accusa aveva chiesto la condanna della 74enne, ieri il giudice Barazzetta ha ritenuto che non fosse stata raggiunta la prova della responsabilità penale della mandellese, sentenziandone l'assoluzione.