Mandello: successo per 'Goodbye Pooh', in concerto per il 65° AVIS

“Chi fermerà la musica...”. Nessuno sabato avrebbe voluto fermare quella della band Goodbye Pooh, in concerto al Teatro "De Andrè" di Mandello per aprire le celebrazioni in occasione dei 65 anni della locale sezione AVIS. L'ultimo pezzo dello storico gruppo ha veramente infiammato il pubblico, dallo "zoccolo duro" dei fan sotto il palco a tutti i presenti, salutati tramite video messaggio da Dodi Battaglia, vera "chicca" della serata anticipata da Roberto Rosa, presidente dell'associazione festeggiata.



“Un album troppo lungo da sfogliare” ha detto quest'ultimo dal palco riferendosi all'intenso cammino del sodalizio, la cui presenza sul territorio è riconducibile al grande impegno e alla lungimiranza del mai dimenticato fondatore dottor Gianni Comini. La musica della band, non nuova a calcare il palco del "De Andrè", ha portato con gli storici brani quei messaggi di amore e solidarietà insiti nel DNA dell'associazione dei donatori di sangue, che in questo lungo cammino si è sempre messa in campo a promuovere nelle scuole la propria missione.



“Il futuro è loro, è dei giovani” ha sottolineato con forza il presidente Rosa, non senza emozione e commozione nel ricordare il passato, il presente e ciò che verrà, dando continuità e concretezza a quelle semplici parole, “una goccia di sangue può salvare una vita”.



“Chi fermerà la musica...”. Nessuno la può e vuole fermare quando porta emozioni, gioie e voglia di vivere. Al "De Andrè", appunto, lo si è visto sabato, quando il pubblico coinvolto dai Goodbye Pooh, in piedi, ha applaudito, cantato, sognato. I festeggiamenti per il 65esimo proseguono ora il 21 maggio: alle 8.45 il ritrovo in piazza Leonardo da Vinci, alle 9.15 la formazione del corteo per la chiesa di San Lorenzo e alle 10.99 la celebrazione della Messa; a seguire, alle 11.15, la cerimonia ufficiale presso il teatro San Lorenzo e alle 13.00 il buffet presso la sala Don Beretta dell'oratorio.



Un ricco programma di eventi sotto il logo delle goccioline di sangue che si danno la mano in girotondo, disegnato dagli alunni della scuola proprio per i 65 anni. Perché “il futuro è loro, è dei giovani”.
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