In viaggio a tempo indeterminato/281: cambio di programma...

Sbam!
Si cambia.
Le carte posizionate accuratamente sul tavolo volano via come fosse arrivata una folata di vento, o sarebbe meglio dire un tornado.
I piani saltano e noi ci ritroviamo su un aereo che ci riporta in Italia.
Dopo più di un anno si torna a casa.
E in poche ore passiamo dal caldo umido e appiccicoso dello Sri Lanka all'aria fresca e allergica della Lombardia.
Un bel cambio, per non dire uno shock.

VIDEO:


Tornare è stata la decisione più giusta, improvvisa e frastornata che potessimo prendere. Ci siamo allenati, negli ultimi 5 anni, a reagire ai cambiamenti e ad affrontarli di petto. A vivere le novità un passo alla volta, in modo razionale, suddividendole in piccoli passi da fare anziché in enormi montagne da scalare.
Certo, non era proprio questo il cambiamento che speravamo di dover affrontare, anzi.
Ma tutti gli imprevisti e le situazioni assurde che ci capitano quasi quotidianamente da quando siamo in viaggio, sono stati la nostra palestra per vivere alla meno peggio la situazione che la vita ci ha sbattuto in faccia.
Quindi siamo rientrati e i primi giorni li abbiamo passati assorbiti completamente dalle nostre famiglie, ancora frastornati e stralunati.
Per me è stato molto complicato rendermi conto di dove mi trovassi realmente.
Non è stata tanto la testa a non collaborare quanto il corpo, o forse il secondo stava solo esprimendo quello che la prima non poteva mostrare
Ogni sera, verso le 18 iniziavo a tremare come un pulcino bagnato. E non c'erano felpe pesanti, tisane o borse dell'acqua calda.
Per almeno un paio d'ore battevo i denti, nonostante i 20 gradi.
Il mio corpo, abituato ormai da molti mesi, a vivere in un determinato fuso orario, proprio non ne voleva sapere di abituarsi all'ora italiana.
Come se lo strappo da quell'Asia e dai suoi ritmi, fosse troppo forte e violento da affrontare.
Mi ci sono volute due settimane prima di smettere di battere i denti dalle 18 in poi.


Ma non è stata solo questa l'unica cosa a cui  mi sono dovuta riabituare.
Mi sono accorta che un sacco di cose "normali" qui in Italia, per me ormai erano diventate "anormali".
Partiamo dalla peggiore, l'allergia! Ragazzi ma quanto si starnutisce? Io amo i fiorellini ma è evidente che sia unidirezionale il sentimento, altrimenti non mi spiegherei il perché di tutto quel prurito al naso e del rossore agli occhi.
È stato dopo il centesimo starnuto nel giro di poche ore che mi sono accorta che non ero più abituata alla primavera...e devo ancora capire se mi mancasse o meno.

Altra cosa incredibile sono le strisce pedonali che funzionano! Le macchine si fermano davvero (almeno nel 90% dei casi!).
Ragazzi questa per noi è una novità assoluta. In India le strisce pedonali sono rarissime e, quando ci sono, credo che vengano interpretate come un decoro, una specie di mandala che va da un lato all'altro della strada e che ha come unica funzione quella di abbellire.
Credo che il primo automobilista ad essersi fermato per lasciarci passare, appena rientrati in Italia, abbia ancora bene impresse le facce incredule e con gli occhi sbarrati di due pazzi un po' abbronzati e decisamente spaesati.
Altro gesto a cui non eravamo più abituati è quello del caffè. Ma quanti caffè si bevono in Italia? Non mi riferisco solo alla quantità ma anche alle tipologie: espresso, macchiato, lungo, americano, ginseng in tazza grande o piccola, macchiatone, cappuccino, cappuccino d'orzo, decaffeinato... c'è da impazzire!
E pensare che in molti Paesi in cui siamo stati le uniche opzioni erano caffè...o tè!

E niente, ci siamo riabituati a gesti e cose che erano sempre stati normali ma che lungo il percorso sono diventati straordinari.
Forse è proprio lì che sta la vera magia, non dare mai nulla per scontato e meravigliarsi ogni volta come fosse la prima.
Angela (e Paolo)
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