Lecco: porto due amiche forestiere a Villa Manzoni ma trovo la Galleria d'arte chiusa. 'Manca personale, oggi non è aperta'

La premessa: abbiamo già notiziato l'assessore alla Cultura Simona Piazza che, visibilmente imbufalita, in nostra presenza, ha dato disposizione al direttore scientifico del museo manzoniano Mauro Rossetto di verificare come sia potuto accadere. Che sia accaduto è certo, perché lo abbiamo vissuto in prima persona.


Il fatto: per il ponte del primo maggio, due amiche da fuori vengono a trovarci a Lecco. Dopo un inverno secco, secchissimo, neanche a farlo apposta le accolgono le ormai mitiche "due gocce di bel tempo", tipicamente lariane, che diventano però pioggia a catinelle nel pomeriggio di domenica 30. Così dopo aver mangiato nebbia ai Resinelli (e qualche piatto local a Pasturo), la proposta: "ripariamoci a Villa Manzoni. Il museo dedicato a don Lisander è una chicca e in più c'è una galleria d'arte dove forse forse è ancora esposto un Segantini da 2.5 milioni di euro". "Ah però! Andiamo".




Facciamo i biglietti, aggiungendo anche l'ingresso a Palazzo delle Paure.
Usciamo dall'ufficio e una giovanissima addetta ci indica la porta marrone dietro la quale inizierà la nostra visita alla Casa Museo, non prima di essersi lasciati trasportare nel mood manzoniano dal (bel) video pensato appunto come introduzione all'esperienza che stiamo per fare.
"Per la galleria d'arte, invece, poi da dove saliamo? Il Segantini è ancora esposto?" chiediamo. La ragazza del quadro nulla sa. Passi, figuriamoci... (Giusto per la cronaca, l'assessore ci ha informato che la concessione è terminata anche se... sul sito del sistema museale "Il Naviglio a ponte san Marco" risulta ancora in sala V).
Ma il "peggio" è il prosieguo della risposta. "Alla Galleria non si può accedere. Per mancanza di personale oggi è stata data disposizione di chiuderla". La figura di cioccolato (e non il buon caro vecchio Icam, già lecchese) con le amiche "forestiere" è servita...




Pensieri, conclusivi, in ordine sparso: se all'ingresso la chiusura della Galleria era annunciata da qualche cartello, colpa nostra che non lo abbiamo visto. Non dircelo comunque nel momento in cui abbiamo pagato il biglietto non è stato “corretto”. Se fossimo state appassionate di Sora e fossimo lì per le sue opere e non per la culla del Manzoni? In ogni caso, la reprimenda non va certo alle due lavoratrici con cui ci siamo interfacciate. Chi ci ha informato della chiusura delle sale espositive non è certo chi ha preso la decisione di rendere inaccessibili le tele in una domenica pomeriggio di regolare apertura, in un fine settimana - sulla carta - di movimento in città, reso malinconico dal tempo, con la pioggia che - riteniamo - abbia però in qualche modo spinto i pochi coraggiosi in giro sotto l'acqua a darsi alla cultura invece che al gelato sul lungolago. Se aspiriamo ad essere davvero una città turistica, trattiamo meglio chi ci sceglie...




E già che ci siamo: i proiettori dell'Osservatorio alpinistico, non iniziamo a spegnerli alle 17.30 se la visita a Palazzo delle Paure è consentita fino alle 18...
A.M.
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