Lecco perduta/372: quel 1° maggio 1961 con la nuova strada 'donata' dalla SAE

La stampa locale sottolineava, nella cronaca dei primi giorni di maggio 1961, quindi 62 anni fa: “Davvero singolare e curiosa la notizia del 1° maggio. Nel nome della festa del lavoro è stato aperto al traffico il nuovo segmento stradale lecchese che la SAE ha donato al Comune, in quartiere Acquate”.


L'inaugurazione con il sindaco Angelo Bonaiti

Il notevole complesso industriale, allora al boom delle commesse e dell’occupazione, nell’estesa area fra corso Promessi Sposi e viale Montegrappa, necessitava di un collegamento più ampio verso la vicina zona degli impianti di lavoro a cavallo di via Tonale, nei quartieri Acquate e Olate. La SAE aveva proceduto a sue spese all’ampliamento della sede stradale esistente, portandola da 12 a 17 metri e realizzando il nuovo viadotto sul corso del Caldone, che scendeva dal sovrastante pendio montano del Pizzo Erna.


Il viadotto in via Tonale il giorno dell'inaugurazione

Il viadotto era stato costruito a tempo di record, in quanto i lavori erano iniziati il 5 gennaio 1961, ma già completati due mesi dopo. La sua lunghezza era di 50 metri e la sua ardita struttura, secondo esperti di quel tempo, rappresentava un vero capolavoro edilizio.


Lavoratori della SAE in corso promessi Sposi nel 1962

Tutta l’opera era stata progettata dall’ufficio tecnico della SAE, e per la sua realizzazione avevano operato circa sessanta dipendenti. Il 1° maggio 1961 il nuovo tratto stradale era perfettamente pronto e funzionante: veniva aperto al traffico su un tracciato che è divenuto rilevante e determinante nella circolazione lecchese. Alcuni commenti intorno alla realizzazione sottolineavano: “Chissà che l’esempio della SAE non sia copiato da qualche azienda o mecenate lecchese in una città che ha bisogno di nuovi collegamenti verso la Valsassina e anche verso Bergamo, oltre il grande progetto della Statale 36”.


Tecnici della SAE in Australia

Il taglio del nastro tricolore inaugurale venne effettuato dal sindaco di Lecco Angelo Bonaiti, alla presenza di assessori, consiglieri e altre autorità. C’era anche l’ingegnere capo del Comune, Mario Magnani, con alcuni suoi tecnici collaboratori, nonchè ovviamente tutto lo stato maggiore della SAE, a iniziare dallo storico direttore generale comm. Massimiliano Annovi, che proprio un anno prima aveva inaugurato in piazza della Vittoria, nel vecchio nucleo di Acquate, la sede della Strada Storta, attivissimo gruppo di appassionati della montagna, animato dal presidente Adelchi Tizzoni e dal segretario Mauro Panzeri.


Area di cantiere SAE negli anni '60

Non mancarono nei brevi interventi di circostanza dopo il taglio dei nastro i richiami alla solenne commemorazione del 70° anniversario della Rerum Novarum, l’enciclica sui problemi sempre più emergenti dell’industrializzazione. Lecco ospitava quel giorno un raduno di lavoratori delle ACLI, dove Carlo Erba, già vice sindaco di Lecco fino a pochi mesi prima, rievocò la costituzione delle Leghe Bianche in città nel 1920, rivolgendo un particolare pensiero a due pionieri dell’azione sociale dei cattolici, Celestino Ferrario e Uberto Pozzoli.


Il direttore generale comm. Massimiliano Annovi

La SAE viveva il momento più intenso di un suo travolgente sviluppo che aveva portato tecnici lecchesi nel 1957 a raggiungere la lontanissima Australia per un cantiere di lavoro: il viaggio aereo durava tre giorni, con scali in aeroporti di vari continenti, e il Paese non era contattabile telefonicamente dall’Italia. Il collegamento europeo era solo con l’Inghilterra, e occorreva trovare connazionali che riferissero poi notizie.


Lavoratori anziani della SAE intorno all'obelisco ricordo di viale Montegrappa

Una storia lontana, affidata oggi ai ricordi dei raduni del SAE Lecco Club, come quello recente del 27 aprile con la regia di Gianfranco Oberti. C’è da segnalare, poi, che spicca sull’area ex SAE, in viale Montegrappa, l’obelisco dedicato a tutti i lavoratori, in particolare a coloro che sono scomparsi, magari proprio durante lo svolgimento del proprio mestiere.
A.B.
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