Pescate: la comunità festeggia i cento anni della chiesa parrocchiale

Ha compiuto cento anni la chiesa parrocchiale di Pescate. Era infatti il 29 aprile 1923 quando don Paolo assieme ai capifamiglia del paese fece uno scavo sul prato dove oggi svetta il crocifisso e dopo una preghiera depose la prima pietra e sotterrò un cilindro con una pergamena che riportava le firme dei presenti, un'orazione e delle monete del tempo, dando avvio al processo che nel giro di un anno portò alla costruzione della chiesa del Divin salvatore e santa Teresa di Gesù bambino.


Una ricorrenza importante per la comunità, festeggiata questa mattina durante la messa delle 10 alla presenza di tanti pescatesi, delle autorità civili, delle associazioni e dei bambini del parrocchia. "Cento anni non sono tanti rispetto ad altre chiese del territorio ma non sono nemmeno pochi, è un bel traguardo e il segno di una realtà che rappresenta la coscienza del paese, il fatto di essersi presi cura gli uni degli altri e anche un rilancio che chiediamo oggi davanti al Signore" ha sottolineato il parroco don Matteo Gignoli che ha celebrato l'Eucarestia coadiuvato da don Enrico Mauri e accompagnato dal coro.


Durante l'omelia don Matteo ha voluto ricordare che cosa ha rappresentato nel tempo questo edificio per la comunità: "Don Paolo, non appena nominato cappellano delle Torrette, si è subito attivato per avere una chiesa parrocchiale e la prima cosa che ha fatto è stata radunare le persone nella chiesa di sant'Agata per chiedere loro se fossero d'accordo. Non c'erano risorse e la società di allora era molto semplice è stata la convinzione della comunità, lo spirito di sacrificio e la forte motivazione di don Paolo a rendere possibile l'opera. C'è stata una unione di persone, di intenti, di volontà che insieme alla fede e al fatto di sentirsi parte di un'unica comunità ha permesso la mobilitazione delle forze necessarie e il reperimento delle risorse per costruire la chiesa". Il parrocco ha poi fatto un parallelo tra i mattoni di pietra della facciata e tutte le persone che frequentano la parrocchia: "Come i mattoni tengono insieme l'edificio, così noi teniamo insieme una comunità viva e operante prendendoci cura gli uni degli altri. Qui viviamo dei momenti importanti per ciascuno di noi e per la collettività: accogliamo i nuovi arrivati, vediamo le coppie promettersi di stare insieme per sempre e salutiamo i cari che vengono a mancare, preghiamo insieme e così rafforziamo quegli importanti legami che ci sostengono, proprio come recita il Vangelo di oggi nella parabola del gregge di pecore e del pastore".


Prima di terminare la messa anche il sindaco Dante De Capitani ha voluto condividere alcune riflessioni: "Per me questa chiesa ha avuto un significato importante, qui ho ricevuto il battesimo, la cresima, la comunione, ho trascorso la mia giovinezza e durante il catechismo ho imparato il rispetto e la correttezza. Nel libro dell'ex sindaco Federico Bonifacio ‘Pescate' c'è un capitolo, il 16°, dedicato proprio alla costruzione della chiesa: si coglie lo spirito che ha animato la comunità, vera protagonista di questa costruzione, si respirano la fede e il sacrificio di queste persone a cui dobbiamo tanto. Il significato profondo di questo edificio è quello di aver riunito i pescatesi in un'unica chiesa e un'unica comunità. Il nostro sogno tra lago e monti è nato allora con la posa della prima pietra di questa chiesa".

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La mattinata di festa si è conclusa con un rinfresco nella vicina sede della Acli ma ancora nei prossimi giorni sarà possibile visitare la mostra allestita in chiesa che illustra la nascita e le trasformazioni vissute da questo edifico negli anni, con anche una spiegazione delle belle vetrate e dei mosaici che circondano l'altare.

M.V.
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