PAROLE CHE PARLANO/122

Festa

In questi giorni di ricorrenze, come il 25 aprile e il primo maggio, parlare di festa è d’obbligo. Personalmente, ma come avremmo dovuto fare tutti, reduce da diverse feste e festival del libro tenute in tutta Italia, ho festeggiato anche la giornata del libro e del diritto d’autore. Una ricorrenza che, seppure fissata dall’UNESCO nel 1996, ha una storia di oltre 400 anni perché il 23 aprile del 1616 morirono due giganti della letteratura: William Shakespeare e Miguel de Cervantes.
Giorni felici, insomma, in cui fermarsi per commemorare con gioia - giubilo direbbero i poeti - la liberazione dall’oppressione, i diritti dei lavoratori, la libertà di pensiero e la leggerezza d’animo che solo un libro sa concedere. Ma ovviamente non ci limitiamo alle solennità, quindi si può festeggiare un compleanno, l’inizio di un nuovo lavoro, un amico o un’amica che si sposano o, più prosaicamente, una tavola imbandita di prelibatezze. Per arrivare, retoricamente, ad affermare di volere conciare per le feste chi ha fatto un torto a qualcuno o a noi stessi.
I nostri antenati latini, che di feste se ne intendevano, hanno coniato il termine festus proprio con il significato di gioioso, felice.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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