Anche Premana festeggia il 25 Aprile: nel discorso del sindaco il ricordo della pandemia
Anche a Premana è forte la volontà di mantenere vivo il ricordo di chi si è battuto per liberare l'Italia dal giogo fascista. Le celebrazioni per la Festa della Liberazione si sono svolte ieri, come di consueto, in serata. Le autorità civili, le scolaresche e i rappresentanti delle associazioni si sono riuniti verso le 20.15 presso la chiesa dell'Immacolata, formando un unico corteo che, accompagnato dal Corpo Bandistico S. Dionigi, ha raggiunto la chiesa parrocchiale per la Messa in suffragio di tutti i caduti.
Al termine della funzione, celebrata da don Matteo Albani, la comunità premanese si è radunata presso il Monumento (dove il tricolore sventolava alto per l’occasione) a pochi passi dalla chiesa, dove è stata sempre la Banda a eseguire, nell’ordine, La leggenda del Piave e l’Inno di Mameli.
In seguito, tre dei bambini presenti, accompagnati da Morris Codega, capogruppo degli Alpini di Premana, hanno letto uno per uno i nomi dei caduti premanesi nei due conflitti mondiali e nel corso della Guerra di Liberazione. “Presente” la risposta di tutto il paese, che con questa semplice parola ha perpetuato la memoria dei tanti che si sono sacrificati per donarci la libertà e una vita degna di questo nome.
Ha preso poi la parola il sindaco di Premana Elide Codega, che in apertura di discorso ha ringraziato il Corpo Bandistico San Dionigi, i ragazzi, don Matteo Albani, il Gruppo Alpini e le numerose associazioni che hanno partecipato alla cerimonia. “Poche volte nella storia di un popolo capita di trovarsi di fronte a delle scelte collettive che possono cambiare la storia di un Paese. In Italia è capitato con la Resistenza, quando è bastato un manipolo di uomini e di donne a permettere di cambiare la percezione del nostro ruolo prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di persone che con le loro idee hanno lottato per conquistare la libertà repubblicana che conosciamo oggi” ha proseguito, sottolineando che “non si trattava di supereroi, né di santi, ma di cittadini normali, che hanno commesso i loro errori e che avranno a volte fatto dei danni, ma che hanno scelto di stare dalla parte del giusto, dalla parte della verità. E per questo dobbiamo loro immensa gratitudine”.
Forte poi, anche perché ancora vivo nelle nostre menti e nei nostri cuori, il parallelismo che il sindaco premanese ha voluto tracciare con la pandemia da Covid-19, “un altro momento in cui le scelte collettive hanno pesato sul destino del nostro Paese. Anche in quei momenti è stata la nostra volontà, il nostro senso di comunità, a permetterci di uscire da una crisi a cui eravamo completamente impreparati. Anche lì è stato il sacrificio di un manipolo di uomini e donne normali, medici, infermieri, volontari, a consentirci di andare avanti”.
Il sindaco Elide Codega
In seguito, un monito, a proposito del periodo difficile che stiamo attraversando, con la crisi economico-climatica e la guerra che bussano alle nostre porte. Il sindaco ha esortato a “non abbassare la guardia” perché “c’è ancora tanta strada da fare prima di poterci riconoscere finalmente liberi come in quei giorni dell’aprile 1945”.
E ha invitato ognuno dei presenti a “ricercare quel coraggio che motivò i nostri nonni a combattere contro il nazifascismo e l’oppressione” e a “sacrificarsi per l’altro”. In conclusione, Codega ha ricordato l’importanza di trovare per questa giornata del 25 aprile “un significato diverso e non divisivo”, per un’occasione che “può dirci senza tanti sofismi che dobbiamo lottare: lottare per la libertà di pensiero, lottare per la libertà di scelta, lottare per la libertà di espressione e di parola, lottare anche per la libertà di sbagliare, a volte. Combattere insieme per un futuro e non per essere eroi, ma perché siamo persone, esseri umani, esseri liberi”.
In primo piano Morris Codega
A.Te.