Bellano: il 25 aprile nel ricordo di chi si è battuto per la libertà
Il parco delle rimembranze a Bellano ha ospitato la commemorazione del 78°anniversario della liberazione italiana dal nazifascismo. Dopo l'alzabandiera la parola è passata alla baby sindaco dell'istituto comprensivo Monsignor Luigi Vitali - presente anche con il proprio labaro - la giovane Diana Rebuffi, che con una voce chiare e decisa ha spiegato a tutti come "gli avvenimenti di questi ultimi anni, la pandemia, il lockdown e la bovina guerra, ci hanno fatto capire che la libertà e la pace non ci sono garantite per sempre".
La giovane ha poi fatto riferimento ad un discorso del presidente della Repubblica Sandro Pertini durante una celebrazione del 25 aprile: "ci siamo battuti e ci battiamo perché i giovani diventino uomini liberi, pronti a difendere la loro libertà e dignità", invitando noi stessi a seguire quell'esempio.La parola poi è passato al primo cittadino Antonio Rusconi che ha letto un ricordo di Anna Bertarini Monti "per serbare nella memoria quanto vissuto dai propri padri e nonni in una pagina così oscura della vita delluomo, quale è la seconda guerra mondiale".
Dopo aver ricordato i diversi conflitti nel mondo che affliggono la comunità, il primo cittadino ha evidenziato l'importanza di trasmettere ai giovani i valori della resistenza, attraverso il diario del tenente Todeschini che verrà donato domani agli alunni dell'istituto comprensivo di Bellano.
Rusconi ha poi ringrazio ANPI del Lario per il rifacimento delle targhe della memoria che verranno poste sull' itinerario della memoria. Sono state rifatte quelle già esistenti a Bellano e nella Muggiasca, cui verranno aggiunte due targhe al cimitero di Noceno e due al cimitero di Vendrogno, con l'elenco dei 20 IMI vendrognesi e i partigiani sepolti al cimitero.
Roberto Citterio, presidente ANPI Lario Orientale, ha ricordato i "39 i bellanesi ai quali è stata riconosciuta la qualifica di partigiano", sottolineando come nella lotta alla liberazione ci fossero uomini e donne e giovani che venivano da percorsi diversi per formare un movimento popolare contro l'occupazione tedesca e contro la repubblica sociale fascista. L'esponente dell'associazione partigiana ha proseguito spiegato l'importanza del 2023 - l'anno in corso - poichè ricorre il 75° della costituzione "frutto delle idee di libertà, democrazia, partecipazione, uguaglianza dei diritti che hanno animato la resistenza".
Non ha infine tralasciato di puntare il dito contro gli 'interventi scomposti e inopportuni sui temi della Resistenza e dell'antifascismo, da parte di autorevoli cariche dello Stato e componenti del Governo. Viene riproposto il vecchio tema della cosiddetta 'pacificazione' che loro intendono, in realtà, come 'assoluzione' del regime fascista. La ‘pacificazione' è già stata fatta e con molta generosità: alla fine della guerra, tra amnistia, revisione dei processi e riduzioni di condanne, pochi gerarchi del fascismo hanno pagato le loro colpe, tra le quali c'è anche quella di aver provocato la guerra civile, alleandosi con un esercito di occupazione. Poi, grazie alla democrazia derivata dalla Resistenza, gli eredi del fascismo hanno potuto organizzarsi in partito politico, partecipare alle elezioni ed entrare in Parlamento, fino a raggiungere i vertici del governo e dello Stato".
Citterio ha ribadito in maniera chiara come "non serve altro per dire che non c'è stata nessuna discriminazione e che, giustamente, la democrazia è stata coerente con i propri valori e ha lasciato a tutte e a tutti la libertà politica che il fascismo aveva tolto. Quello che oggi si vuole, dunque, è che si dimentichi, che si metta tutto sullo stesso piano, che si confondano vittime e carnefici''.
''Ne è una prova evidente la rincorsa a stilare elenchi di giornate da ricordare e celebrare, con un uso pubblico della Storia finalizzato a negare il valore fondante della Resistenza'' ha proseguito. ''Perché il 2 giugno, Festa della Repubblica, è certamente importante, purché si ricordi che la Repubblica nasce quando il fascismo viene sconfitto; il 1° maggio è altrettanto importante perché è la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, giornata che durante il fascismo non si poteva festeggiare; il 18 aprile 1948 ha segnato uno spartiacque politico tramite libere elezioni, libertà che il regime fascista aveva cancellato e che invece la Costituzione nata dalla Resistenza considera fondamentale. Insomma, si può discutere di tutto, ma il punto da cui non si può prescindere è che la Resistenza e la Costituzione sono gli atti fondativi della nostra libertà e della nostra democrazia".
In questo 25 aprile, nell'anno in cui ricorrono l'80° della Resistenza e il 75° della Costituzione, l'Anpi lancia un appello: ''facciamo rivivere la speranza in un mondo migliore, in cui salute, istruzione, lavoro, pace e libertà siano diritti di tutte e di tutti e non privilegi di pochi. E' così che oggi possiamo onorare la nostra Liberazione dal fascismo e offrire al mondo la parte migliore della nostra storia civile. Viva l'Italia, viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva la Resistenza!" ha concluso.
M.A.