Galbiate: un 25 aprile per i diritti e la pace. 'Dobbiamo essere tenaci come i papaveri'

Festeggiare facendo memoria del passato: questo il "connubio" che nella mattinata odierna ha scandito a Galbiate le celebrazioni per il 25 Aprile, 78° anniversario della Liberazione italiana, iniziate già poco dopo le 8.00 con l'alzabandiera nella piazza del Comune, nonchè con la deposizione delle corone d'alloro presso i Monumenti ai Caduti nelle frazioni - con un passaggio anche nella vicina Garlate -, ed entrate poi nel vivo in centro paese.

L'assessore Marco Brambilla e il sindaco Piergiovanni Montanelli

Dopo la messa commemorativa in Chiesa, lo scenario della cerimonia ufficiale è stata l'arena di Largo Indipendenza, già particolarmente affollata nelle ore precedenti per l'esibizione del complesso Khorakandre (tributo a Fabrizio De Andrè), che ha poi accompagnato i festeggiamenti insieme al Premiato Corpo Musicale di Galbiate.

E' stato proprio quest'ultimo gruppo, insieme alle majorettes, ad aprire il breve corteo di autorità civili e militari, rappresentanti delle associazioni e semplici cittadini, che dalla Parrocchiale si è diretto alla lapide in omaggio ai Caduti dove due Alpini hanno deposto un'altra corona e don Erasmo Rebecchi ha impartito la sua benedizione prima del saluto del sindaco Piergiovanni Montanelli in fascia tricolore, che ha parlato fin da subito di questa giornata come di un'occasione "per fare memoria e puntare l'attenzione sui diritti civili".

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A prendersi la scena, poi, sono state Chiara Gozzini, Alice Panzeri e Beatrice Colombo, rispettivamente sindaco, assessore e componente del Consiglio Comunale dei Ragazzi della scuola Primaria, che insieme a tre compagne più grandi della Secondaria di primo grado hanno proposto riflessioni e letture sui temi della Resistenza affrontati in classe.

A tenere il discorso ufficiale per conto dell'Amministrazione, invece, è stato l'assessore all'Istruzione Marco Brambilla: "Quella di oggi è una giornata importante, anzi per me è la festa civile più importante di tutte, perché celebra il sacrificio e il valore di chi ha liberato l'Italia e l'ha salvata dal baratro del nazifascismo, uomini e donne che hanno combattuto insieme per un unico obiettivo", le sue parole.

Al microfono Franco Tosi

"È anche grazie a loro se oggi il nostro Paese è una Repubblica democratica, basata sull'antifascismo, la libertà, l'uguaglianza e la pace duratura, tutti valori che risultano ancora più rilevanti oggi con una guerra alle porte dell'Europa. La nostra Nazione deve continuare a poggiare su queste solide fondamenta. Molti protagonisti di quei tempi non sono più qui, perciò sta a noi mantenerne viva la memoria. Noi non abbiamo dovuto lottare per i nostri diritti: li diamo per acquisiti, ma sono un dono che va custodito con forza. Dobbiamo essere come papaveri, fiori spontanei che crescono anche dove sono indesiderati, tenaci anche nelle condizioni più avverse. Dobbiamo scegliere, scegliere di vivere passivamente o piuttosto da cittadini attivi, consapevoli, capaci di tutelare le diversità e soprattutto non indifferenti. Viva il 25 Aprile, viva la Repubblica!".

Beatrice Colombo, Alice Panzeri e Chiara Gozzini

La parola, poi, è passata a Franco Tosi dell'ANPI di Galbiate. "Il 25 Aprile è una festa fondativa, popolare, che troppo spesso si è tentato di svilire in un Paese già travolto da una desertificazione culturale: occorre praticare l'antifascismo come elemento sociale, come nuova narrazione della Resistenza, presupposto della convivenza civile" ha affermato quest'ultimo, ribadendo come l'ANPI condanni fortemente l'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia, "che sta tenendo il mondo intero sull'orlo di un conflitto globale" e invitando tutti "ad essere costruttori di pace", sull'esempio di don Tonino Bello "che diceva di abbassare le armi e dare l'esempio per un mondo nuovo basato sulla comprensione e la solidarietà". "Vogliamo un 25 Aprile di diritti per tutti, soprattutto quest'anno che è ancora più difficile degli ultimi" ha concluso Tosi. "Dobbiamo uscirne con la schiena dritta, ricordando che l'indifferenza è ancora più colpevole della violenza stessa".

Infine, un'ultima chiosa del sindaco: "In queste settimane si è sentita molta incertezza sul 25 Aprile. Invece dobbiamo sempre celebrarlo con determinazione e convinzione". La mattinata di festeggiamenti si poi conclusa con un rinfresco in compagnia per tutti.

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B.P.
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