Valmadrera: nel discorso per il 25 aprile Rusconi cita Vittorio Foa e Lilliana Segre

''Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Poiché abbiamo vinto noi, lei è senatore''. È tutto qui, nelle parole pronunciate da Vittorio Foa in una discussione con Giorgio Pisanò, senatore MSI, il significato del 25 aprile. In tali parole, richiamate questa mattina da Antonio Rusconi, sindaco di Valmadrera, è cristallizzata una verità storica. Un dato di realtà indiscutibile che sta alla base dell'Italia di oggi.

Un'immagine del corteo questa mattina a Valmadrera per il 25 aprile

Per celebrare il 78esimo Anniversario della Liberazione dal Nazifascismo, dopo la messa la comunità valmadrerese si è ritrovata presso il palazzo comunale. Da lì è poi partito il corteo fino al Monumento dei Caduti, animato dalla banda del corpo musicale di Santa Cecilia. Tante le associazioni presenti: Alpini, Aido, Avis, Croce Rossa, Società Escursionisti Valmadreresi, Banca del Tempo, Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra. Assieme a loro, oltre al primo cittadino e alla sua vice Raffaella Brioni, molti assessori e consiglieri comunali, compresi quelli dei gruppi di minoranza. E poi le scuole: gli alunni di quinta della primaria Leopardi e della primaria CIMA accanto ai ragazzi di terza media.

Il sindaco Antonio Rusconi

Conclusi l'alzabandiera e l'inno nazionale, sono stati proprio i giovani studenti a prendere la parola. "Viva la Libertà, viva la primavera che viaggia liberamente di frontiera in frontiera". "Il fascismo costituisce un pericolo costante. Una malattia non del tutto vinta. Il nostro dovere è difendere la repubblica democratica". "Dopo vent'anni di regime e cinque di guerra eravamo ridiventanti uomini liberi". "Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati". Sono solo alcune delle citazioni, alcune note e altre meno note, fatte proprie dai ragazzi per articolare la loro volontà di preservare quella libertà conquistata con fatica e sacrificio dai loro nonni. Un grido intriso di speranza per il futuro, fondamentale dopo le sterili polemiche romane di questi ultimi giorni.

"Il 25 aprile 1945 ha rappresentato una svolta storica posta a fondamento della Repubblica, di una nuova dignità internazionale e di una Costituzione che resta valida nella sua impostazione di fondo" ha esordito il sindaco Rusconi nel suo intervento istituzionale. "La Resistenza è stata una risposta di alta responsabilità civile e politica al caos dell'8 settembre 1943, il quale coinvolse, insieme alla monarchia, istituzioni allo sbando. Istituzioni ricostruite nell'onore dalla lotta partigiana".

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Mentre il sindaco parlava, uno splendido sole illuminava la piccola folla di valmadreresi radunatisi di fronte al monumento per rendere omaggio a chi ha perso la vita lottando anche per la loro libertà. "Fu Alcide De Gasperi a rendere il 25 aprile festa nazionale. Lo statista democristiano volle connotare la festa per la liberazione del nostro paese come un momento unificante nel quale tutto i cittadini potessero riconoscersi" ha proseguito Rusconi. "In questi giorni di polemiche sterili si è alzata autorevole la voce di Liliana Segre affinché il 25 aprile potesse essere un momento per ritrovarsi uniti nei valori della Repubblica nata dalla lotta antifascista".

Dopo un minuto di silenzio in onore dei caduti, il sindaco ha proseguito fino a terminare il suo discorso. Dopodiché, il corteo è ripartito verso il cimitero. "Come ha ricordato sempre Liliana Segre, la Costituzione non è un pezzo di carta ma il testamento di centomila morti caduti per la libertà. Una lotta iniziata dall'assassinio di Giacomo Matteotti" ha sottolineato Rusconi. "Il 25 aprile non è un ponte liberativo scolastico ma la memoria del sacrificio di migliaia di persone che accettarono una morte ingiusta perché credevano in un'Italia migliore e nella Pace. Quella Pace che noi invochiamo per il popolo ucraino, il Sudan e tutti i territori in cui la voce di Caino ha ancora il sopravvento".
A.Bes.
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